The Dutchess

venerdì, giugno 30, 2006

TPC - Premio #11

Buongiorno.
Oggi la consegna del premio sarà un vero e proprio sfoggio di cultura.
Annotiamo nel frattemo, con piacere, che continuano ad aumentare i voti per il Paradise Contest. Avete tempo fino al 5 lgulio, quindi affrettatevi!!!

11. Premio per la minoranza etnica più assurda
Il premio viene consegnato da Anne Treca (qui in una foto in cui sembra Fujiko invecchiata) al Kazakistan (che, insieme al Kirghizistan si candida per la bandiera più fashion, al punto da essere indossabile a mio avviso modestissimo), per la presenza quasi inspiegabile di 450.000 tedeschi compatti, luterani e germanofoni nonostante le molte generazioni passate sul suolo asiatico e i circa 5.000 Km che li separano da Berlino (per non dire del panslavismo, di 80 anni di URSS, della Cortina di Ferro etc...).

Nel 1762 Cateria II La Grande emette un proclama in cui dice, sostanzialmente, "Europei, venite e coltivate le fertili (sic!) terre di Russia". Leggi: qui di servi della gleba non ce n'è abbastanza e le anime morte non sono di grande aiuto nei campi.
Com'è come non è, milioni di tedeschi si mettono in marcia, fermandosi nel frattempo qui e lì lungo la via e costituendo minoranze etniche in giro per l'Europa orientale.
-foto di repertorio-

Ad un certo punto si stabilizzano nella valle del Volga, presso la città di Pokrovsk, 300 Km a Nord di Stalingrado. Nel 1924, finita la guerra civile russa, fondano la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma dei Tedeschi del Volga (probabilmente lo stato con il nome più lungo della storia). Circa 1.800.000 persone abitano questa repubblica. Un terzo di queste sono tedeschi 4/4 (per modo di dire, ovviamente, visto che circa il 25% di questi era a sua volta ebreo). Nel 1931 ribattezzano Pokrovsk in Engels.
Il 28 agosto 1941, due mesi dopo che Hitler ha annichilito l'aviazione sovietica parcheggiata in Ucraina, Stalin viene colto da cacazzo e decide molto umanamente di spostare tutti 'sti teutoni da un'altra parte, magari più distantino dalla linea di guerra. In 24 ore queste 600.000 persone sono delicatamente spostate di circa 3.000 Km, dalla Valle del Volga al confine sovietico con la Cina. Efficienza Sovietica! Neppure i tedeschi con zingari-ebrei-omosessuali-sociopatici etc... ci sono riusciti altrettanto bene e velocemente. Ah! Quando si dice la pulizia etnica...
Questo, più o meno, il resort della Siberia Meridionale, in piena steppa asiatica, in cui furono alloggiati.
Bucolico, vero? Sono i finocchi selvatici provati dal sole che aggiungono un certo non so che...

Poi, con la caduta del muro e la riunificazione della Germania, un po' di questi approfittano della legge tedesca. E loro restano, poveretti, in mezzo alla steppa, in 450.000. Circondati da un mondo che parla russo da una parte e cinese oltreconfine.
La domanda alla quale non sono riuscito a trovare risposta e che mi attanaglia è: secondo voi fanno la birra anche lì o si sono convertiti alla vodka? Comunque, complesstivamente, direi che tutta questa storia è attraente e improbabile... come lei.

Etichette:

giovedì, giugno 29, 2006

Dal Diario di The Dutchess - Oggi Studio

Sto imparando a fare questo. Molto impegnativo... forse vi lascio senza post.

mercoledì, giugno 28, 2006

Dizionario regale

(Alessandro Robecchi per Il Manifesto del 25/06/2006)

Altro che banalità delmale! Qui siamo alla banalità del pene. E per le coordinate di oggi, per sapere esattamente dove siamo, a che punto del triste cammino, bastano i giornali dell'ultima settimana. Non c'è da far fatica, un piccolo taglia e incolla e il gioco è fatto, oplà, eccovi servito il punto sulla famosa liberazione della donna. Volete i pacs? Le quote rosa? Le pari opportunità o anche (come aperitivo) la pari dignità? Ho la sensazione che sia come scalare gli ottomila, ma partendo dal fondo del mare, però. Riassumiamo la situazione alla luce di alcune parole dette, scritte e stampate. «Donnine», e siamo in pieno800. «Squinzie» e «sgallettate», e siamo al contemporaneo con venature anni '80, all'incrocio tra i divani della Farnesina e Drive-in. «Puttane», «troie », un classico di tutti i tempi. «Zoccole» (più raro). Un plauso al re che si pregia di usare l'antico e dialettale «puchiacca» (trad: fica). Naturalmente ci sono poi attributi, giudizi e qualità. Una era «uno scorfano» (cfr. i verbali di sua maestà). Un'altra era brava in quanto «porcella» (cfr. i gentiluomini di An). Poi c'era quella piccolina, ma «compatta, come la Smart» (ibidem). Come funziona con le ragazze ce lo spiega ancora il re: «Si paga e chiuso. E' come andare al cinema». Ineccepibile. A volte però non si paga nemmeno, e su quelle che si lamentano di aver dato senza aver ricevuto si fa pesante sarcasmo: «Così imparano a far le attrici invece delle commesse». La finirei qui con il campionario (ma si potrebbe continuare per ore), mi pare che basti. Mi pare che per descrivere un certo machismo puttaniere del potere ce ne sia a sufficienza. Seguono appelli alla moralizzazione e gli immancabili «io l'avevo detto». Epotrebbe anche suonare rassicurante attribuire alla destra simili comportamenti, constatare che il dna è quello, e tanto basta. Oppure dire, come hanno fatto in molti, che con la barbarie delle intercettazioni «si rovinano le famiglie», mentre a zompare addosso alle ragazze, al massimo si rovina il divano. Pure rimane, al fondo, l'antica «questione femminile», dato che certi maschi attualmente ai domiciliari aspettano la liberazione, è bene ricordare che di altre liberazioni abbiamo bisogno. Quella della donna, per dirne una. Frase dal suono antico, d'accordo. Ma perché, la banalità del pene sarebbe moderna?

martedì, giugno 27, 2006

TPC - Premio #10

Mentre voi schiattate dal caldo nelle afose città dello stivale, io mi godo i 22°C della Venezia del Nord (si fa per dire). La mia attenzione verso il Belpaese è inevitabilmente attratta dai numerosi incendi che la devastano e pertanto, con una mutazione dell'ordine prestabilito, è venuto il tempo di consegnare il...

10. Premio per il più bel disastro naturale associato alla più opprimente tragedia umanitaria.
Consegna il premio, ovviamente, Elisabetta Gregoraci.


Si sarebbero potuti scegliere, appunto, degli incendi...
...ma poi sputano i pompieri, o piove, e si risolve tutto. I cicloni, a pensarci, male non sono...
...è che hanno sempre quell'occhio di tranquillità! Che dire degli tsunami, che hanno recentemente conquistato la ribalta?
Ma questo avrebbe portato ad insinuare che i terremoti sono da meno!
M anche qui crepi solo perché la casa ti crolla addosso spappolandoti. Siamo seri: quanti clochard sono morti di terremoto? Forse nessuno...
No, ci voleva qualcosa di meglio, ci voleva più angoscia, una cosa più eclatante, distruttiva, un po' apocalittica. Era necessario associare al disastro naturale la tragedia umana, ci voleva uno tsunami indonesiano con più sfigati morti, un terremoto pakistano inevitabile (no con le case di fango... che ti fa una casa di fango?)
Hiroshima e Nagasaki? Ci siamo quasi...
...mi serviva un effetto "ira divina" di grande impatto scenico...mi serviva qualcosa che avesse prodotto rovine simil epiche, ma un po' sifgatelle anche loro...
...mi veniva voglia di "valle della morte" o robe simili... sennò che tragedia umanitaria sarebbe stata?
sì sì sì... l'eruzione vulcanica con pioggia di cenere e lapilli che distrugge mezza isola e costringe i sopravvissuti al soffocamento e alla lava ad abbandonare la capitale che oggi è città fantasma e continua a fare morti da malattie polmonari a distanza di anni per non dire delle polveri che continuano a precipitare faceva al caso mio e meritava di essere premiata!
Signori ma, soprattutto, Signore!, ecco a voi Plymouth, capitale di Montserrat, prima dell'eruzione...

...dopo l'eruzione...

...oggi!non meritava almeno un premio? Certo, non il primo premio. Quello lo dovete decidere voi votando!
ahhh... a presto, e buon viaggio a Montserrat. Oh, è stagione di cicloni molto spesso, sta su una faglia tettonica, c'è un vulcano il cui cono copre mezza isola e si respira maluccio, ma a parte questo troverete tutti i sachetti di plastica che vi servono!
(ah, sì, quella specie di piramidi nella cenere sono solo i tetti delle case dopo l'eruzione, giusto per avere un'idea dei metri cubi di forfora vulcanica)

Etichette:

lunedì, giugno 26, 2006

TPC - Premio #9

...a proposito di devolution. Il premio di oggi è magicamente in linea con il quesito referendario e ne scopriamo quindi la funzione terapeutica: c'è che sta peggio di noi.

9. Premio per la più assurda controversia politica
Consegna il premio Elisabetta Gardini.

Dolcetti al cocco

Ingredienti:
- 500 gr. di ricotta fresca
- 500 gr. di farina di cocco
- 100 gr. di zucchero
- cannella in polvere
- chiodi di garofano
- essenza di vaniglia

Preparazione:
In una terrina mettete la ricotta e aggiungete 400 g di farina di cocco, la cannella in polvere, poche gocce di essenza di vaniglia (circa 5) e lo zucchero e amalgamate il tutto in modo che il composto risulti omogeneo e consistente.
Cominciate, con l'impasto, a fare delle palline grandi più o meno come una noce che passerete nella farina di cocco che avrete precedentemente messo in un piatto. Inserite quindi in ogni pallina un chiodo di garofano.
Una volta completate mettete tutto in frigo per almeno tre ore e serviteli freddi, con i chiodi di garofano che sporgono un po' a mo' di picciolo.

Le Comore sono un arcipelago di 3 o 4 isole tra il Madagascar e l'Africa. Una di queste isole, Mayotte, è sotto l'amministrazione francese. Le altre tre isole dell'arcipelago, indipendenti, reclamano la quarta. E, contemporaneamente, sono scissioniste.
Ma è uno stato pacifico... tra il 1975 (anno dell'indipendenza) e il 1999 ci sono stati 19 colpi di stato -falliti o riusciti. Finché il presidente Azali non ha preso il potere manu militari. Poi, quando, con democratiche elezioni, è stato confermato con percentuali bulgare, due delle tre isole si sono proclamate indipendenti per protesta, e ciascuna si è messa a reclamare Mayotte... ora, parliamone: le isole esportano essenza di ylang-ylang (quanto so' chicche vesti comoresi!), vaniglia, farina di cocco e chiodi di garofano... ovviamente la principale esportazione di Mayotte è la cannella.

Etichette:

sabato, giugno 24, 2006

TPC - Premio #8

Chiudiamo oggi la sfilata delle esportazioni con una vera chicca (checca?).
Da domani il nostro viaggio proseguirà con un tripudio di premi speciali conferiti ad hoc per le fiammeggianti insorgenze all'incrocio tra umana miseria e bizzarria della natura.
Il post, glielo devo, è dedicato a Normal WoMaD (che mi sembra, oggi, variante assai appropriata).

8. Premio per la bilancia commerciale più schizofrenica.
Consegna il premio Giovan Battista Cassano, direttore della Scuola di Specializzazione in psichiatria dell'Università di Pisa [nel tempo libero elettricista].
Principali Esportazioni: macchinari ed equipaggiamento industriale, plastica, utensili ottici e medici, ferro, acciaio.
Principali Importazioni: macchinari ed equipaggiamento industriale, plastica, utensili ottici e medici, ferro, acciaio, petrolio.
Ma com'è la faccenda? Gli arriva tutto assieme al petrolio e loro riesportano il resto? Soprattutto, a chi? Perché se la bilancia in sé già parlerebbe abbastanza chiaro, è il loro principale partner commerciale -gli USA, sia nell'import che nell'export- a dirla lunga, specie se il Paese in questione è...
...la Cina!

P.S.: mi sono gravemente ustionato due dita scolando l'acqua della pasta. Ci tenevo a rendervi partecipi di questa mia sofferenza lancinante, che lancina ulteriormente quando colpisco i tasti del PC...
...per consolarmi, potreste ricordarvi di votare, se non l'avet già fatto...

Etichette:

venerdì, giugno 23, 2006

Cinismo Anarcoide Divertito

Vittorio Emanuele, arrestato, è adesso ai domiciliari.


Se li merita? Non so, ma è chiaro che siamo obbligat_ a tenerlo lì per ragioni procedurali. La regola, infatti, era abbastanza chiara: impiccare l'ultimo re con le budella dell'ultimo prete, non il contrario!
Ora si pone un dilemma: dobbiamo riesumare Giovanni Paolo II oppure aspettare che il Pastore Tedesco tiri le cuoia? A voi l'ardua sentenza!

TPC - Premio #7

Quello da assegnare oggi è un premio difficile.
La scelta della giuria è stata ardua, arrivando persino a proporre l'istituzione di un premio ad hoc per altri paradisi in lizza. Vista la natura particolare del premio, l'ex-aequo infatti non era una soluzione praticabile, giacché avrebbe sminuito il valore intrinseco della categoria individuata.

7. Premio per l'esportazione più bastarda
Il premio viene consegnato da Camillo Ruini a Bermuda.
Misteriosamente nota in Italia al plurale (mi vado a fare una vacanza alle Bermuda), l'isola atlantica ha una storia inestricabilmente legata ai naufragi, al punto che, in barba ad una minima profilassi scaramantica, lo stendardo delle locali forze armate è questo:

E già meriterebbe un premio a parte per lo stemma che osa di più! Ma andiamo avanti...
Bermuda, che ha dato i natali a Michael Douglas e annovera tra i suoi residenti Catherine Zeta-Jones (in quanto mogliore di Michael), si distingue per il più alto reddito pro capite al mondo: con 69,900 dollari annui, i bermudani staccano di quasi 15,000 dollari i lussemburghesi, secondi al mondo.
Da dove vengono tutti questi soldi?
1. Entrano, aumentano, escono.
Le compagnie assicurative di mezzo mondo fanno circolare a Bermuda un sacco di soldi, lo reinvestono, lo ri-assicurano (!), e forse lo riciclano anche. La prima cosa che Bermuda esporta sono tassi di crescita dei capitali, senza un solo cent di tasse da pagare.
2. Statunitensi all'arrembaggio.
Ma Bermuda, oltre ad essere il più paradisiaco dei paradisi fiscali, attrae un turismo fenomenale dagli stati uniti e le coste dell'isoletta sono assaltate da resort che sorgono su hotel che nascono su alberghi che divorano residence. Quindi Bermuda, come seconda cosa, esporta e vende agli USA la propria immagine (perché in un'isola grande 1/6 di Malta, cioè 53 Kmq, obiettivamente, non ci può essere un cazzo da vedere!).
3. Ma, fisicamente, cosa esporta?
Mutuando il sistema del rigiro di capitali, sfruttando il fatto che l'80% dei turisti sono statunitensi, Bermuda importa massicce quantità di pillole e le ri-esporta. Attenzione: Bermuda non produce farmaci [le sole industrie presenti sull'isola sono edili (costruire hotel etc...)]. Bermuda acquista farmaci e poi li rivende, su scala continentale.

La scena, ragionevolmente, è una masnada di operatori finanziari stesi a prendere il sole mentre sorseggiano cocktail in riva ad una piscina -nonostante ci sia l'oceano dietro l'angolo- con un cellulare in mano e una sfilza di pasticche policrome da intingere a piacimento nel mojito per guarire da una malattia più o meno inesistente e quindi farsi rimborsare ogni soldo così speso dalla compagnia assicurativa sanitaria USA che poi tanto reinveste i soldi in quegli stessi luoghi... quanto saranno bastardi?

Etichette:

giovedì, giugno 22, 2006

TPC - Premio #6

Continuo a stancarvi, anche oggi, con l'ennesimo premio.
E noto, en passant, che ancora i voti sono scarsini... mah!
(oggi così, poco creativo e un po' stanco)

6. Premio per l'esportazione più fashion
Era il materiale preferito da molti re inglesi, ma la sua orgine è probabilmente scozzese. Tra i più pregiati c'è quello dell'Isola di Man, che condivide con la Sicilia la Trinacria nella bandiera.
Indovinate, quindi, chi può consegnare il premio per il tweed...
...se non il più modaiolo, quasi dandy, tra i volti noti della politica italiana...

...non lo riconoscete ancora?

Chiaramente lui, l'uomo della rivoluzione... estetica!
Ma comprerà quello artigianale dell'Isola di Man?
Fausto, vogliamo sapere chi è il tuo personal shopper!!!

Etichette:

mercoledì, giugno 21, 2006

TPC - Premio #5

Che relazione c'è tra l'esportazione di sacchetti di plastica di Montserrat e il permio che daremo oggi? La giuria, nello stile cinico che la contraddistingue il Paradise Contest, ha deciso di conferire il...

5. Premio per l'esportazione più crudele
Consengnano il premio alle Isole Cayman Davide Mengacci e Mara Carfagna.
Quante volte avete sognato di trascorrere un'infanzia così?

Poi, invece, è con questi oggetti che avete adornato la vostra vita di consumatrici di moda.

E con queste zuppe vi siete rimpinzati (qui la ricetta)

Le Isole Cayman, noto paradiso fiscale, sono il principale esportatore al mondo di derivati di tartaruga.
Vi state ancora chiedendo che relazione c'è con Montserrat?
In effetti, potreste chiedervi che relazione c'è con voi stess_

Etichette:

martedì, giugno 20, 2006

Extra

Stamattina poco prima delle 8 ho fatto un test.
Stavo leggendo il Corriere online e incappo in un serissimo test BBC per scoprire la propria identità sessuale. O meglio: l'identità sessuale del nostro cervello (avevano infatti scoperto che il nostro cervello può avere un'identità sessuale diversa dalla nostra, che non significa che se se uomo va tutt ok perché "cervello" è maschile e se sei donna è, ovviamente, diversa perché i generi non corrispondono. No, era un'altra cosa). Insomma, clicco qui e trovo il test.
Ovviamente lo faccio perché, visto che la repressione mi ha impedito di sfogarmi a 13 anni con i test di Cioé, mi devo rifare... o no?
Il mio cervello è maschile o femminile? Non ci voleva un test per scoprire che non è né l'uno né l'altro (ho fatto 0 tondo tondo), ma è stato molto bello sapere che faccio più punti delle donne dove le donne ne fanno normalmente più degli uomini e che ne faccio più degli uomini dove normalmente gli uomini ne fanno più delle donne.
Le persone intelligenti&creative hanno tutte i cervelli ermafroditi? Oppure questo test non ci piglia per nulla? (che poi secondo me è anche sessista... ditemi voi che ne pensate!)


P.S.: essendo ormai i Premi Minori quasi preformattati, oggi non ho avuto il tempo di incollare un importante link. Sarà il "principe" a consegnare i premi, vero, ma che ne dite di dare un'occhiata alla vita della moglie per sapere come ha regito alle recenti notizie? Qui scoprirete tutto!

TPC - Premio #4

Come promesso, eccoci al quarto appuntamento quotidiano del Paradise Contest - Premi Minori. Dalla categoria "bandiere" passiamo oggi a quella "esportazioni", che può vantare tanta creatività da parte dei paradisi produttori.

4. Premio per l'esportazione più sfigata

Nell'incapacità di scegliere, la giuria propone un'ex aequo, lasciando eventualmente a voi del pubblico il compito di sciogliere l'ambiguità.
A chi verrà consegnato il premio dal "Principe" Vittorio Emanuele?
VINCERA'
- Montserrat che, come anticipato, esporta sacchetti di plastica (meritevole di premio anche per altre, inelencabili ragioni).
OPPURE
- Anguilla che, inspiegabilmente, esporta blocchi di cemento (meritevole di premio al nome splendido e già in testa a testa per la bandiera).

Ecco le foto che illustrano il prodotto e il suo utilizzo :
esempio sacchetto di plastica...

...e suo uso in tempi recenti
(in accordo con le Isole Cayman, come avremo modo di approfondire domani)

esempio blocco di cemento...

...e suo uso da tempo immemore
(come documenta questa foto del Museo Sikano di Ragusa)

Etichette:

lunedì, giugno 19, 2006

TPC - Premio #3

Oggi il terzo ed ultimo premio per le bandiere mentre una nuova categoria vi attende da domani.
Vi invitiamo, ancora una volta, a votare, votare, votare il vostro Paradiso Dimenticato preferito (#1 - #2 - #3)

3. Premio per la bandiera più brutta

Il premio viene consegnato da Rocco Buttiglione agli Stati Uniti d'America


Motivazione: come spiegare altrimenti il fatto che in tutto il mondo questa bandiera viene così di frequente pubblicamente bruciata? È brutta! ovvio, no? E dunque vox populi...

Etichette:

domenica, giugno 18, 2006

TPC - Premio #2

Bene bene bene... mentre arrivano i primi, entusiasti voti per il contest, passiamo al secondo dei premi.

2. Premio per la bandiera più pop
Il premio viene consegnato da Gigi d'Alessio alle Isole Seychelles per questo piccolo capolavoro


Motivazione: perché la citazione delle bandiere di mezza Europa adottando un taglio da vecchia bandiera giapponese è il più grottesco tentativo di scopiazzare Andy Warhol senz'arte, parte né cognizione di causa.

Etichette:

sabato, giugno 17, 2006

The Paradise Contest


La Fecola di Maranta, il Plasmodio Falciparo o la Felicità Interna Lorda?

Votate gente, votate! Ai vostri commenti, firmati e motivati, il compito arduo di scegliere il migliore -o peggiore?- di questi Paradisi Dimenticati. Il vincitore sarà proclamato in pompa magna il 10 luglio -accompagnato da una deliziosa sorpresa...

Bene, presentati i tre luoghi del globo terracqueo ufficialmente candidati al titolo di Paradiso Più Giustamente Dimenticato, passiamo all'assegnazione dei premi minori. In molti punti del pianeta infatti, l'insensatezza e la tragedia si mescolano all'umana passione per il fallimento, il grottesco e l'economia basata interamente su un singolo prodotto.

Il premio speciale della critica va pertanto alle numerose nazioni tropicali, in particolare caraibiche, che hanno basato esclusivamente la propria crescita economica sull'esportazione, alternativamente, di banane, caffé o canna da zucchero.
Motivazione: Se pensi di potere scambiare il caffé con tutto sei kretino.

Da oggi e per i prossimi 19 giorni -fino al 5 giugno- verranno quotidianamente assegnati tutti gli altri premi a quei paesi che, pur distinguendosi particolarmente in un campo, non sono riusciti a combinare delle pessime scelte economiche ad una legislazione assurda nonché ad una certa dose di sfiga contingente.

1. Premio per la bandiera più kitsch
Il premio viene consegnato dai Cugini di Campagna all'Isola di Guam (US) per il qui presente stendardo nazionale


Motivazione: per avere saputo (con)fondere un vessillo nazionale con l'insegna di un Club Méditerranée abusivo.

E mi raccomando gente: votate, votate, votate!

Etichette:

lunedì, giugno 12, 2006

Paradisi Dimenticati #3

L'ultima volta che avete scelto di trascorrere le vostre vacanze in Svizzera lo avete fatto per la quiete delle sue valli, il basso costo dei carburanti, gli eccellenti servizi sanitari e i tramonti estivi sulle alpi, quando sui suggestivi versanti orientali la neve diventa rosa pesca e anche la slavina che vi stava uccidendo era capace di rapire i sensi.
Ma era tutto
così occidentale... racchette, occhialoni, seggiovie, istruttori di sci (fighi, per carità!, specie con l'abbronzatura da neve, ma trooooppo hollywoodiani!)... non sentite dentro di voi il bisogno di una pausa dai ritmi frenetici dell'occidente? dal consumo a tutti i costi? dai servizi aggiuntivi al turismo che spuntano come funghi a tutti gli angoli cercando di fare scatenare la consumista shop-dipendente che è in voi? Andremo pertanto nella Svizzera d'Asia, quel paese pacifico dove molti miei concittadini andrebbero credendo di poter fare turismo sessuale. Loro non saranno gli unici a vedere crollare le proprie certezze non appena messo piede in...

Bhutan
- viaggio alla ricerca della Felicità Interna Lorda-

prego di notare le palle tra gli artigli del drago
ma, soprattutto,
perché?

Ovviamente il Bhutan, come tutt_ sanno, sta da qualche parte sull'Himalaya, tra India e Cina, forse non lontano dal Nepal. E fin qui, tutto bene. Il Bhutan, per la precisione, sta qui

Altre informazioni che potreste approssimativamente detenere sono a) che il Bhutan è piccolissimo, b) che il Bhutan è montagnoso e c) che fa un freddo cane.
a) Ora, la superficie del paese è di circa 47.000 Kmq. Il doppio della Sardegna, poco più dell'Olanda, la metà del Portogallo. Eppure sui 3.010.000 pagine in italiano che trovate cercando "Bhutan" su google, poco più di 133.000 associano Bhutan a "minuscolo", "piccolo" o "piccolissimo". Insomma, questi sono visti un po' come degli sfigati: nessuno chiama "minuscola" l'Olanda.
b) Se è vero che il punto più alto è il Kula Kangri (7.550 metri), è pur vero che il punto più basso è a 92 metri sul livello del mare.
c) Il clima è, ovviamente, tropicale sotto i 2000 metri, temperato tra i 2000 e i 3500, alpino oltre i 3500. Quindi, potenzialmente, può fare un caldo boia.

Ma l'ignoranza su questo paese è grande. Ad esempio ci sono su internet 108.000.000 di pagine sul Bhutan, ma anche 1.280.000 pagine sul Buthan. (ok, rileggete daccapo. fate attenzione alla posizione della h... fatto? brave!). Qui l'incertezza sul nome è, apparentemente, all'1,2%, risibile... come se una volta su cento sbagliassero il vostro nome... sistematicamente.
Ma qui, evidentemente, l'ignoranza ci ha messo lo zampino alla grande. I bhutanesi, infatti, non sanno di abitare in Bhutan. Questo regno è l'unico posto al mondo il cui nome non solo non c'entra un cazzo con il nome che gli danno gli abitanti, ma per di più nessuno ha la minima idea della provenienza di "Bhutan".
Secondo la CIA, ad esempio, il termine si tradurrebbe "Terra del drago tonante". Credibile, viste le violente tempeste che si abbattono sull'Himalaya, peccato però che in lingua locale (dzongkha), "terra del drago del tuono" si dica "druk tsendhen". E infatti loro si chiamano Drukpa, non Bhutanesi. Per lo meno tra di loro. Eh sì, perché quando si tratta di compilare un documento ufficiale si chiamano Bhutanesi. La lingua ufficiale di questo posto che non sappiamo come chiamare, infatti, è l'inglese, mentre la lingua locale prevalente e lingua franca nazionale è lo dzongkha (si parlano anche il Nepali e alcuni dialetti tibetani, per un totale di 21 lingue... su 20 province).
Ora, se non avete ancora capito lo spirito di questi post sui Paradisi Dimenticati, state pensando che 'sti qui sono tutti bilingue. In questo caso vi prego di rileggere i post precedenti sul plasmodio falciparo e le racchette da tennis o di abbandonare il sito (per la vostra sanità mentale, anzi per la vostra sanità tout court). Se vi siete fatt_ un'idea, anche minima, sul nonsenso di queste logorree, potete immaginare rapidamente che, com'è ovvio, il tasso di alfabetizzazione del paese è del 54%. Quindi nessuno di loro è in realtà in grado di capire la lingua ufficiale del paese, ma, come vedremo, questo non è affatto un problema...
Il 54% di cosa?, chiederà a questo punto il fine lettore che è in voi [e quindi potrei anche non rispondere, giacché nessuno si è posto la domanda].
Ecco, se il tasso di grottescume fin qui raggiunto non vi bastasse, qui viene il bello. Alla domanda "quanti sono i bhutanesi?" ci sono due risposte.
Una è 672.425 (censimento indipendente del maggio 2005).
L'altra è 2.279.723 (proiezione a giugno 2006 della CIA, basata sull'ultimo censimento ufficiale).
Dunque, se fossero numeri approssimati potremmo anche fare una media, ma il punto è che qui sembrano essere tutti convintissimi delle loro cifre. Bisogna sciogliere questo nodo gordiano senza strozzarcisi.
Ora, visto che la CIA è una nota e stimata agenzia di intelligence che raccoglie incessantemente dati su tutto il mondo e li interpreta per fornire una strategia politica, economica e diplimatica agli USA, mi pare che i successi che questa agenzia ha conseguito negli anni e in particolare, dopo la democratizzazione degli stati balcanici seguita al bombardamento di Belgrado, la perfetta strategia distensiva in Medio Oriente culminata con il Concordato detto "dell'11 settembre", che ha poi portato all'estensione della democrazia in Afghanistan e Iraq nonché all'ammorbidimento del regime teocratico iraniano, ecco mi pare che tali successi provino che i bhutanesi sono, senza dubbio, 672.425.
In alternativa possiamo credere che in Bhutan tutti hanno degli ottimi motivi per manifestare, facendo cortei su cortei. E così ci sono discrepanze tra i dati della questura e le stime degli organizzatori (perché la questura riceve sempre dei dati da qualcuno, probabilmente una nota e stimata agenzia d'intelligence, mentre gli organizzatori, poveretti, stimano).
Vabbe', direte voi, che cacchio me ne frega a me? Io, dopotutto, ci devo andare in vacanza. Benissimo. Allo scopo è il caso di scoprire sin da subito alcun costumi locali.

[sport, economia, tradizioni, leggi]
L'albero nazionale è il cipresso. Praticamente il Bhutan è tipo il cimitero più grande del mondo e Carducci e Bolgheri gli fa una sega, va be'...
Lo sport nazionale qui è il tiro con l'arco ed è stata un'arciera bhutanese a fare da portabandiera nella cerimonia di aprtura del tiro con l'arco alle olimpiadi di Barcellona nel 1992 [e questa informazione vi farà vincere 1 milione di euro da Gerry Scotti]
Il Bhutan è al 20° posto nella classifica mondiale di tiro con l'arco a squadre femminile e al 25° posto nella classifica maschile. Rispettivamente su una classifica di 44 e 54 squadre. Ed è lo sport nazionale. Fra l'altro non esiste l'arco composito -cioè quello di cui, talvolta, ci fanno vedere le gare su rai3- ma solo l'arco lungo (quello degli arcieri inglesi di Edoardo I nella guerra dei 100 anni... vabbe', un paese attaccato alle tradizioni!).

Spontanea sorgeva dunque la domanda su come diavolo stanno messi 'sti qui con gli altri sport.
Dell'ONU fanno parte 184 Paesi. Il Bhutan è 190° nella classifica mondiale di calcio. Quindi la FIFA è più democratica dell'ONU. C'è pertanto da aspettarsi che Bush esporti la democrazia al Palazzo di Vetro.
Ma nel 2002 il Bhutan era penultimo nella classifica mondiale di calcio, per la precisione 202° (vi eravate illus_ che dopo 190 non ci potesse essere nulla, vero?). Lascio a voi scoprire chi fosse il 203° paese (per la cronaca: lo è ancora). In quell'anno, in occasione dei mondiali di Corea e Giappone, un regista girò un film/documentario intitolato "The Other Final", in cui il Bhutan e ques'altro stato -che, fra le altre cose, fa figurare i sacchetti di plastica tra le sue esportazioni principali- disputavano la partita per stabilire chi, davvero, fosse l'ultimo al mondo.
Riflessioni sul film: certa gente non ha veramente un cazzo da fare a giornate!
Parlando di esportazioni... cosa esporterà mai uno stato in cui il 90% della popolazione è impegnata nell'agricoltura di sussistenza?
Esporta cardamomo. Una pianta tropicale originaria dello Sri Lanka (circa 3.000 Km più a sud, come se la Polonia esportasse noci di cocco). La fascia di pianura a clima tropicale in tutto il Bhutan è larga circa 60-80 Km. E loro esportano cardamomo... cioè, voglio dire, perché non costruiscono qualche decina di villaggi valtour piuttosto?

Poi esportano gesso.
Per forza che solo il 54% della popolazione è alfabetizzato: esporti i gessetti, con che cazzo devono scrivere alla lavagna?
Direte voi: mah, magari i computer... e potreste -incredibile ma vero- avere ragione. Il Bhutan produce 1.882.000.000 di Kilowatt/h (l'Olanda produce circa 92.000.000 di Kw/h), tutta pulitissima energia idroelettrica... e ne esporta 1.520.000.000. All'India.
L'India gestisce la politica estera del Bhutan. L'India gestisce gli accordi commerciali del Bhutan. Il Bhutan è diventato indipendente dall'India nel 1947, anche se la monarchia nacque nel paese nel 1907 su pressione degli inglesi e il territorio è indpendente almeno dal XVII secolo. Evidentemente sentivano il bisogno di ribadire la loro indipendenza... sì, in effetti in questo stato oltre al vero nome e alla grafia del nome, per non dire del numero di abitanti e della lingua parlata, anche la giurisprudenza è un po' incerta. Si tratta dell'unica monarchia costituzionale con un parlamento in cui esiste una costituzione scritta dal 1997 ma non è mai stata approvata perché il re non ha mai indetto le elezioni per il parlamento. La costituzione, ovviamente, è scritta in inglese. La gente non parla inglese. La gente non può sapere com'è fatta la costituzione o approvarla, quindi il re non promulga la costituzione perché nessuno la capirebbe. Il discorso fila perfettamente, tutto resta uguale a se stesso, la gente usa ancora i costumi tradizionali, non hanno mai combattuto delle guerre (sono un popolo talmente pacifico che hanno dovuto costruire delle fortezze per difendersi dall'invasione dei tibetani... cioè, voglio dire, avete presente il pacifismo dei monaci tibetani?!), l'aria è pulita, il 72% del territorio è attualmente coperto da foreste, per legge almeno il 60% del territorio deve essere coperto da foreste, il 22% della nazione è un parco protetto, il Bhutan è una delle 10 aree al mondo considerate aventi una biodiversità globale (dalla lontra eurasiatica al rinoceronte indiano passando per il falco pellegrino e il mitico panda rosso), tutti sorridono tantissimo e il re ha deciso che l'indicatore di benessere non è il Prodotto Interno Lordo ma la Felicità Interna Lorda. Il re è un genio e ha praticamente inventato il paese migliore del mondo! Insomma, cosa vi trattiene dall'andare in Bhutan? Fra l'altro Timphu è l'unica città capitale al mondo a non avere i semafori!

Non siete ancora convinti? Bene, vi riporto il racconto di alcuni turisti
"Il Buthan, che avevo letto essere la Svizzera del continente Indiano, si è rivelato un paese bellissimo, splendido. Conserva intatte tutte le sue tradizioni. Nessuno è vestito all’occidentale, uomini, donne e bambini portano il costume tradizionale il gho per gli uomini il kira per le donne, ambedue fermati in vita dal Kera una cinta di seta multicolore, tessuta a mano. Bambini bellissimi, e sempre sorridenti, le loro espressioni di gioia nel ricevere i palloncini multicolori, portati dall’Italia, e che gonfiavo per loro, è qualcosa che rimane nel cuore."
(segue qui)
Che devo aggiungere? [a parte che la signora ha qualche difficoltà con la geografia dei continente indiano]
Proviamo a focalizzarci sulla Felicità Interna Lorda. Se dall'ortografia alla demografia tutto si presta alla doppia interpretazione, è questo concetto di lordura della Felicità Interna a meritare un'osservazione attenta.
Trovavo in effetti inquietante questa cosa che il paese "conserva intatte tutte le sue tradizioni. Nessuno è vestito all'occidentale". E in effetti uno dei parametri della FIL è proprio il mantenimento dei valori culturali, a fianco della conservazione dell'ambiente, dello sviluppo economico e sociale sostenibile e del buon governo.
Voglio dire: anche in Cina, dove è vietato praticamente tutto, la gente si veste ormai all'occidentale.
Così scopro che, alla faccia di quell'idiota della turista che vede tutto il mondo dietro ad un paio di occhiali rosa confetto, il costume tradizionale in Bhutan è obbligatorio. In questo il Paese è paragonabile solo a quelle discoteche gay dove, anche lì, il costume tradizionale è obbligatorio. E peralto il gho e gli abiti D&G sono brutti uguale. [nelle discoteche ghei può essere anche peggio: talvolta è obbligatoria l'acconciatura tradizionale, all'ultimo grido -l'ultimo grido della nonna prima che morisse di crepacuore dopo averti visto con in testa il Pirellone mentre viene abbattuto da una mucca gigante, la scena immortalata da una pasta gel fissante, consigliata da un tuo amico hair-stylist sperimentale, che è trasparente-riflettente-glitterata, emana feromoni, è dura come il calcetruzzo e leggera come Platinette dopo pranzo. Quella volta le dicesti: "Grande Nonna, questo grido m'insegni a farlo che faccio la scena al concerto di Madonna e mi faccio portare via a braccio da una maschiona della security" e lei, che aveva lottato per riuscire a frequentare la terza elementare, sussultò quando ripetesti per la terza volta il verbo "fare" nella stessa frase, quindi stramazzò, ma tu eri già in coda all'ingresso della disco...]
Vabbe', mi dico, è sempre una specie di paradiso. Dopotutto meglio il gho mentre sgranocchio cardamomo che i jeans a stringere sulle caviglie odorosi di McDonald's.
Ma, a questo punto, era scattato una specie di sospetto-Truman Show: milioni di cipressi... i panda rossi... i bambini sorridenti... niente turismo di massa! Compa', non può essere.
Così, mentre sfoglio il Corsera del 17 dicembre 2004, scopro che non solo il costume tradizionale è obbligatorio ma che, sempre per questa storia del mantenimento delle tradizioni, i cellulari sono entrati nel paese solo nel 2003 mentre la televisione trasmette, nell'unico canale esistente, dal 1999, facendo del Bhutan l'ultimo paese al mondo ad introdurre la televisione. [Però, che culo, possono ancora vedere Nicoletta Orsomando!]
A fare parte del programma di modernizzazione del paese c'è anche l'introduzione della TV via cavo, nel 2000. Manco a dirlo quest'ultima è salita al banco degli imputati quando si è riscontrato un aumento della criminalità a Timphu. [scusate, in questo momento sto immaginando il Grande Fratello bhutanese, e vi invito a fare lo stesso].
Ma perché mai il Bhutan sarebbe dovuto finire nel Corsera del 17 dicembre 2004?
Adesso calmatevi, fate un respiro, sedetevi.
Già che ci sei, mentre pianifichi il viaggio e prima di prenotare il volo, accenditi una sigaretta. Perché sarà la tua ultima sigaretta.
Il Bhutan è il primo stato al mondo dove il tabacco è completamente illegale.
La multa è di 250 euro se ti beccano in pubblico, e ti espellono se ti trovano a vendere tabacco agli autoctoni. Il tabacco è equiparato agli altri stupefacenti.
So che, ancora, qualcun_ tra voi, che odia profondamente e intimamente il fumo di sigaretta, può acora pensare di andare, credere di avere trovato il Paradiso in terra. Ma lo spasmo creativo del re non è tanto la legge, e non sarà essa a tenervi inchiodati a casa vostra. Il picco di follia è stato raggiunto nella motivazione ufficiale contro il fumo. Qualcun_ sta pensando: diminuirà la Felicità Interna Lorda, no? No, quello non l'ha fatto neppure l'espulsione di 100,000 rifugiati nepalesi. Anzi, l'espulsione di 100,000 rifugiati nepalesi ha, a dire del re, aumentato la FIL - e già questo dovrebbe darvi alcuni indizi sul livello di follia che si è raggiunto.
La motivazione ufficiale, e vi prego di stare attenti a quanto è sottile la cosa, in un paese coperto da foreste per il 72%, con così poche macchine da non necessitare di semafori, senza porti, i cui fiumi non sono navigabili e con un solo aeroporto, dove si pratica l'agricoltura di sussistenza senza pesticidi e dove non esistono industrie, è che il fumo di sigaretta
...inquina...

Visitare certi paesi può comportare un rischio per il vostro benessere fisico.
Visitare il Bhutan causa al vostro cervello gli stessi danni che può produrre la visione seriale di Porta a Porta in una puntata inedita in cui Vespa intervista molte copie di se stesso.


[conclusioni sulla stupidità umana]
Il Bhutan è chiaramente un posto fintissimo, fatto per attrarre turisti assetati d'avventure genuine come i biscotti del Mulino Bianco. Il re, proprio per questo, è un genio. L'aspetto peggiore del suo essere, in realtà, un pazzo criminale mitomane, è che, anche una volta che i meccanismi di plastificazione del Bhutan sono stati svelati, questa cosa appare ancora intelligente, perfida ma intelligente.
Mentre invece è un'astrominchiata, perché un giorno un ricco petroliere saudita vorrà investire i propri soldi replicando il Bhutan tale e quale sulle Montagne Rocciose. Statunitensi e Giapponesi possono copiare tutto. Anche il Bhutan. Solo che la via d'accesso al Paradiso Terrestre sarà lastricata di scontrini, e fiancheggiata di boutiques di lusso. E l'aeroporto internazionale più vicino sarà a 25 dollari di taxi, non in un altro Stato.
Ma non è colpa del re, poverino. È colpa di chi l'ha convinto che la felicità dei suoi sudditi passi per la conservazione delle tradizioni, ovvero la felicità delle casse dello stato passi per le tasche dei turisti occidentali. Volete fare le rivoluzionarie anticapitaliste? Non andate in Bhutan.
Ah, dimenticavo: il tifo lì è di casa e il confine con la Cina dà sulla regione di provenienza delle varie SARS e H5N1...

Etichette:

sabato, giugno 10, 2006

L'Autocelebrazione


so' troppo figo...
chiddici?! 'un mi diri nenti!

IL RETTORE

VISTO: lo Statuto dell’Università di Pisa, emanato con D.R. 30.9.94, n.1196 e successive modificazioni ed integrazioni; VISTA: la delibera del Comitato Pari Opportunità dell’Università di Pisa del 29 giugno 2005 [omissis]

VISTA: la delibera n. 431 del 4.10.2005 [omissis]

VISTA: la delibera n. 49 del 13.12.2005 [omissis]

VISTO: il Decreto Rettorale n. Prot. n. 22225 del 21.12.2005 [omissis]

VISTO: il verbale delle operazioni concorsuali redatto dalla Commissione giudicatrice suddetta;

ACCERTATA: la regolarita’ degli atti compiuti in sede concorsuale, in cui sono stati valutati i titoli presentati dai candidati al concorso suddetto;

DECRETA

Art.1

Sono approvati gli atti del concorso per l’assegnazione del premio di studio finanziato dal Comitato Pari Opportunità

Art.2

E’ approvata la sottoindicata graduatoria generale di merito per l’attribuzione del premio di studio di cui all’art.1 del presente decreto:

Graduatoria in ordine di punteggio: laurea triennale

1) TheDutchess punti 30 su 30
2) [omissis] punti 26 su 30
3) [omissis] punti 26 su 30
4) [omissis] punti 26 su 30
5) [omissis] punti 26 su 30

Art. 3

E’ dichiarato vincitore del concorso di cui all’art.1 del presente decreto in base alle graduatorie di merito:

· per le tesi di laurea specialistica o di vecchio ordinamento:

la dott.ssa LAURA BEVILACQUA e la dott.ssa CATERINA SATTA

· per le tesi di laurea triennale: il dott. TheDutchess

bene bene bene... cosa abbiamo qui?

HO VINTO, HO VINTO!!!

venerdì, giugno 09, 2006

Da diario di The Dutchess: Trasporti

La Sibilla Calzante e i Tempi Infranti
Ivi, redivi, non perivi in bello.
Ivi, redivi non, perivi in bello.

Il 24 maggio dormivo nella cuccetta di un treno tedesco. Il 25 maggio alle 16 a Reggio Emilia avevo i tacchi. Alle due di notte del 26 mi stavo struccando. Abbiamo anche fatto il sondaggio, io e quella meraviglia di Gianluca Casa abbiamo chiesto a 230 persone se erano favorevoli o no ai PACS e se fossero omosessuali o meno. 214 favorevoli, 11 tra gay e lesbiche.

Ma io questi 14 giorni come ve li racconto? Come ve li sintetizzo? Come ve li riassumo? Superate le prime 24 ore in treno, il resto era un fluire senza metro. E poi ci sono stati i tempi dilatati del Sud, dove la medesimezza delle afe confonde i giorni e li riduce a quelli di sole e quelli di pioggia, ma che non li sai contare se non hai il calendario. Poi parti ancora, come sempre rischiando di perdere il treno, e ti pare che siano le traversine a scandire il tempo, e non i secondi. Quando le notti sempre più corte da pause di riflessione diventano confini fuori fuoco, prendere un aereo è quasi un sollievo. Poi scopri che è l’8 di giugno e che tra poco devi consegnare i paper che non ho neppure iniziato a scrivere. Merda. E ancora queste due settimane non ve le ho raccontate.
Andai, votai, tornai e non morii.
Andai, votai, non tornai e un po’ morii.
Ci ho sperato fino all’ultima sezione spogliata, per le mille facce che ho visto, per la forza che c’era, per la rabbia e la gioia. E che, non lo sapevamo che sarebbe andata a finire male? Certo che lo sapevamo: eravamo entusiasti, mica cretini!
Io le passioni di 1000 persone non le so restituire, e neppure le mie. Ho viaggiato in maschera, per dimenticare che sapevo già come sarebbe andata a finire. Mi sono sentito offendere e lodare, gridare contro e gridare a favore. E con la mente sono ancora un po’ lì, ancora un po’ di più di quanto non lo fossi prima. E con il corpo adesso sono qui, ma in realtà ho seminato cellule su metà del materiale ferroviario di Trenitalia.
Riapro la porta di questo appartamento prefabbricato e non è cambiato nulla: il pavimento è sempre lercio, i coinquilini sempre pigri, l’alone circolare di qualche bevanda è sempre sul tavolino, lo scarico del lavello mezzo intasato e il pavimento del bagno trasformato in una palude. Ah, c’è anche un dito di qualcosa carbonizzato e appiccicato al fondo del wok scientificamente collocato nel centro geometrico della cucina [questa almeno è nuova].
Ho viaggiato per 16 ore da Palermo fino a Pisa con due operai edili, già pescatori, spazzini, camionisti, scaricatori e altro… ho pensato che il precariato ce lo stiamo forse un po’ sovradimensionando, specie se tutti e tre i miei conterranei poco sopra i 30 praticamente non parlano italiano e non hanno un lavoro che non sia stagionale. Anche Bertinotti dovrebbe viaggiare più spesso in treno: è ecologico.
Poi però ho viaggiato da Pisa a Torino in prima classe a 15 euro in offertissima sull’Intercity. Non ci sono Intercity Raggio Calabria-Napoli sui quali viaggiare in offertissima.
Se questo fosse un diario per come si deve vi dovrei parlare di un po’ di persone, raccontarvi di quanto sono stato bene e male, soprattutto bene. Ma se questo fosse un diario per come si deve sarebbe anche terribilmente noioso (lo so che nessun_ di voi ha mai finito il Diario di Anna Frank, ma non dovete vergognarvi per questo).
Però ho parlato con qualcuno del leonardo che nessuno di voi ha segnalato essere tale, supponendo forse che fosse un ovvio michelangelo, e ci siamo dati appuntamenti galenici -che io avrei detto asclepici- dopo avere rimuginato sull’esserci scambiati epistole nel genetliaco dell’era plebea. Ho poco da dirvi di questo nuovo lettore, che spero si presenti a voi quanto prima e che già alcune tra voi conoscono. Che spero, soprattutto, non resti solo un lettore... sarà un trasporto?

A questo punto, non resta che riguadagnare la dimensione incorporea e leggere della trasferta di Cristo nel Giappone di 2000 anni fa.