The Dutchess

lunedì, gennaio 01, 2007

Uno e trino

MESSAGGIO DI OCAPODANO 2007
ovvero, il post a reti unificate da un re
gno di tre Sicilie

Italiane ed italiani, eccovi qui a sbirciare per l'ennesima volta nelle nostre pagine. Ma che vorrete, poi, da noi anche il 31 dicembre? Il nostro pensiero già si volge all'ano a venire, non certo all'ano che se n'è andato!

Secco sia l'ano di chi scorda il passato, mi verrebbe da dire ascoltandoti, ah p-sà! Ma come? già spariamo a zero sulle res gestae degli ani passati? Cari italiane e cari italiani, piuttosto, avviciniamoci a questo nuovo ano, con un tenero pensiero all'ano che è stato e che è ancora per qualche ora. E a maggior ragione, quest'ano, che porta ancora le dolorose ferite del tempo che fu. Io, per esempio, in questi giorni mi trovo ad affrontare una brutta escoriazione al sedere, con qualche lieve perdita di sangue. (sottovoce a P-sano: *no, no, non è di tua competenza il problema, zitto e ascolta). Le feste natalizie, feste di tacchini e salmoni, di risotti e panettoni, di filetti alla Wellington e capitoni, mi hanno causato nei giorni a seguire una piuttosto brutta cagarella (per gli amici francesi che ci stanno ascoltando dal bell'esagono transalpino: chasse); e quando uno soffre di cotanto male va in bagno spesso, e si trova quindi costretto a strofinare più del solito il proprio presidenzial culetto. Neanche il bidet al Lactacyd intimo ci può dare una mano in quei casi. l'ano s'arrossa, l'ano può subire delle lacerazioni. L'ano che si appresta a terminare, dunque, ci porti una delicata lezione: se sei colto da diarrea, fai meglio ad utilizzare meno carta igienica del solito, anche se Scotonelle. E il mio pensiero vola qui all'Europa, e in special modo alla Francia, che ho avuto modo di visitare ufficialmente in questi mesi: grandi differenze culturali sembrano separarci nel modo in cui ci prendiamo cura del nostro ano, ma la fiducia che riponiamo nel sogno europeo ci induce ottimisticamente a pensare che quali che siano le nostre radici igieniche, sempre di ani si tratti, di ani fratelli, o quanto meno cugini. Con o senza bidet.

Signori, signori! Ma che modi sono questi? Ma che toni abbiamo assunto? Signori colleghi, questo è un post congiunto, un post augurale, un post di concordia e armonia universale! Che sono queste porcherie a doppio senso, queste confidenze così intime sul proprio regolamento intestinale? Il blog che io qui rappresento è un blog perbene, adatto alle famiglie, conciliante e ridanciano, mica roba osé come quella che propinate voi! Mi toccherà risollevare i toni della discussione, d'altro canto sono il capo. Happy vi avrebbe fatto tremare semplicemente con un rutto, Ferarotto forse con una flatulenza postmeridionale (e siamo di ritorno all'ano, ahimé..),io ho bisogno di scrivere qualche riga ma il risultato spero sia lo stesso..oggi è il 31 dicembre! che cosa gli diciamo ai nostri lettori congiunti? un po' di ufficialità, insomma! Come passeranno il capodanno le nostre oche e le vecchie ex duchesse?

Vecchia ci sarai tu, e pure ex, quanto sei oca poi non ne parliamo... Qui il punto è che si confondono orientamento della memoria e orientamento del pensiero: serbiamo memoria dell'ano che fu, volgiamo il pensiero all'ano che verrà! Ai nostri lettori congiunti diciamo: "felicitazioni!", contenti che vi siate potuti congiungere, quale che sia il modo da voi scelto per il congiungimento, siamo felici che, ovunque voi siate, il vostro congiungimento sia stato reso possibile, da quest'ano o da ani precedenti. Perché congiunzioni e coniugazioni, da noi in Italia, sono tutt'ora vietate (e la lingua infatti, specie quella televisiva, ne risente). Ma siamo fiduciosi: il 2007 porterà i PaCS e il congiuntivo, nonché un uso corretto del futuro; è a queste famiglie, famiglie future e congiuntive, che dedichiamo allora questo blog, questo post, questo nostro congiungimento triadico (checché ne abbia di ridire Molly) e trinacrico. Indegno e chino il 2006, snodatosi tra scandali elettorali e ripetuti fallimenti dei reality, siamo certi che il 2007 entrerà eretto negli anali di questo Paese.

Checché ne dica il Capo, direi io! (CHECCHE! dirà il capo, dico io). Ma il congiungimento è figurato, s'intende, è la gigioneria birbesca dei compagni d'avventura che ci siamo scelti...mica avrete abboccato all'esca? e l'oca, l'oca? che ne dice, o si placa?

L'oca né dice, né si placa, afflata invece, cioè starnazza. Care e cari italiane e italiani, che notte la notte che sta per arrivare. Già, che notte? Chi dei lettori, prima di congiungersi era solo un mio lettore o una mia lettrice, saprà che quest'anno avevo già disposto di prendere 20 gocce di lexotan e andare a dormire. Non fu possibile, neanche quest'anno. E così farò da accompagnatore a una dolce dama di antica conoscenza, tale EnneMerì. Fino al brindisi. Poi si sa, dopo il brindo selvaggio e tradizionale, si rischia sempre di ricadere in vecchie reti, le vecchie piattaforme di mantenimento reti di contatto chiuse, da cui ci si credeva già salvi. E salvi saremo! E quindi dopo cena non andremo alla grande serata 40€ senza consumazioni della jeunesse dorée palermitana, ma vagheremo, dama al seguito per la Palermo giubilante. Sperando di non essere colpiti da un mortaretto o da un razzo che ci bruci le presidenzial piume, o il già escoriato sedere.
Da vecchio, io sì son vecchio e passatista oltre che oca, non posso che gettare uno sguardo ai tanti ragazzini che nel mio quartiere rievocano con tanto ardore la guerra nel Vietnam. Tanto cari siete ragazzi, che peccato sarebbe ridurvi la faccia in poltiglia. Già, perché i botti fanno anche male, ma l'intera biblioteca storica verdone Einaudi frantumata in faccia fa ancora più male, specie se a colpirvi è un giovane e gaudente storiofilo con esami a gennaio e il culo dolente. Buon anno a voi.
E tu capo? non preoccuparti, smettila di stare adeso al muro. Parla pure, io e p-sano non ti faremo del male. E poi sei anche pieno di microbi e germi della febbre del Wisconsin, pussavia!

Ecco, appunto, pussavia! Qualcuno ha visto la mia maschera d'argilla? Mi devo fare la maschera purificante prima di uscire stasera. C'è Gianna al Politeama. Mi devo arrampicare sul palco vestito da donna e cercare di baciarla - ché solo vestito da donna ho una qualche speranza di riuscire a baciarla, ma nessuna speranza se prima non purifico tutti i miei pori! Oca, non avrai mica scambiato la mia maschera d'argilla per qualche crema analgesica e/o lubrificante?

Pussovia dalle vostre occasioni mondane, io, e mi rintano in casa con la famiglia! almeno fino a mezzanotte: allo scoccar della quale, novello zucchino (toscanismo per intendere zucchina ma qui ci sono già troppe ambiguità di genere), la mia febbre deciderà se consentirmi una festa privata radicalchic con compositori di musica contemporanea (Sollima), od ordinarmi repentino il letto più vicino. D'altro canto, ciò che si farà stanotte verrà ripetuto durante tutto l'anno che viene, come vuole il detto: e mica si può pensare che il capo diventi nottambulo per l'intero 2007, o mi sbaglio??!!??!!???!!!

CONCLUSIONE DEL PRIMO ESPERIMENTO DI POST A RETI UNIFICATE; IL CAPO DEI RIGATTIERI, L'OCAMUCCATA E IL PISS-ANO AUGURANO A TUTTI GLI AMICI E LETTORI UN FELICE ANNO NUOVO DA UN REGNO DELLE TRE SICILIE

Ah, ma eravamo ancora in onda? Beddamatri chi malafiura chi mi facistivu fari! Ma poi si chiude così dico io?

Nicole'… Nicole'!

Qualcuno ha visto la Orsomando?... ah, è morta? Ma perché la gente muore senza che nessuno gliel'abbia ordinato? C'è sempre da rimboccarsi le maniche in questo show, è un'emergenza continua, un giorno finirò ucciso da un riflettore che si stacca dal soffitto!

Gentili retespettatori e retespettatrici, abbiamo appena pubblicato il messaggio di ocapodano del Capo, di Ocamuccata e di P-sano, diffuso a blog unificati in mondolettura. Nel lasciarvi ai programmi della serata, ne approfittiamo per augurarvi un felice ano nuovo da un regno di tre Sicilie.

almeno il tecnico per l'effetto stellina al centro dello schermo quando lo tocco con il dito sorridendo c'è o se n'è andato anche lui?

venerdì, settembre 29, 2006

Adeste fideles

Il 29 settembre di 70 anni fa nasceva Silvio Berlusconi.
Il 29 settembre di 100 anni fa nasceva la CGIL.
Chiuso il Progetto TheDutchess, nuovamente a Pisa, era necessario partorire dell'altro.
È un parto gemellare, e questa è "solo" la loro culla.
Per il resto, vi auguro un'ottima giornata.

Piss-ano:
"piacere, male"

domenica, luglio 09, 2006

Il Paradiso da Dimenticare

Titolo ambiguo per un post incerto. Degna celebrazione e bilancio di ques'Erasmus e della sua fine. Dimenticare per non essere nuovamente tentati o dimenticare perché proprio non ne vale la pena? Deciderò scrivendo queste righe. Prego, vogliate seguirmi nel pensiero.
Il soggetto di quest'oggi e ultimo post di questo blog, sintesi tra i Paradisi Dimenticati e il Diario di TheDutchess, è Amsterdam. Forse dovrebbe essere l'Olanda, ma forse ha un senso distinguere la città dal resto della nazione...
È l'una del mattino. Tra poche ore un treno efficientissimo, con un orrendo accostamento cromatico giallo canarino/blu cobalto che trovo veramente vomitevole, mi porterà in un aeroporto low cost e da lì sarà nuovamente Italia.
Non starò a separare ed elencare il positivo dal negativo, non vi narrerò aneddoti più o meno belli no, non farò una lista dei "plus" opposta ad una lista dei "minus".
Sei mesi all'estero di solito lasciano il segno, ma io oggi non so dirvi questo segno qual è. Di sicuro, per adesso, ne ho abbastanza. E questa è già una buona ragione per volere dimenticare questo paradiso: i Paesi Bassi possono essere bassi in molti modi. La tollerante, civile, accogliente, libera, aperta Olanda può farti sentire straniero, ospite indesiderato, intruso, eccesso, imbarazzo, fuori luogo e anche pollo da spennare. Il vizio mercantile, insomma, qui è rimasto tutto e così anche la città si vende: Iamsterdam è l'impronunciabile slogan.
Non meno puttana delle immigrate dietro le vetrine illuminate da un neon rosso, anche Amsterdam si offre ammiccante al passante ma, più spesso, al turista a cui viene venduta la possibilità stessa della trasgressione -più ancora di e prima ancora che la trasgressione in sé.
Al centro dell'Europa che conta, Amsterdam mette insieme la cultura ed il divertimento, stando sempre attenta acché l'una e l'altro non invadano i rispettivi campi di competenza. Ci sono due categorie di individui ad Amsterdam: quelli che producono e quelli che spendono. Meglio se fai parte alternativamente di entrambe: l'Olanda-pensiero non tiene mai nulla fermo troppo a lungo e anche i movimenti sono sempre in qualche modo visibili e capitalizzati: una facciata storta diventa un'attrazione turistica, una via ingobbita diventa un appalto pubblico. È strano come la Venezia del Nord soffra di problemi architettonici di cui Venezia stessa non soffre. Certo, tesoro, se non comprimi la sabbia che metti sotto i mattoncini delle strade, ovviamente questi ultimi inizierano a spostarsi, affossare, affiorare, e quindi la strada s'ingobbirà -e scusa se i romani lo facevano 2300 anni fa e le loro strade esistono ancora! E lo capisco che vuoi ostinarti nell'uso della pietra locale, ma questo somiglia tanto al re del Bhutan che costringe la gente a vestirsi con l'abito tradizionale, con la differenza che la vostra identità voi, a questo punto, la calpestate letteralmente...
Storia ospedaliera della rigità delle regole: Divertente poi constatare come, per un esame che si fa in 24 ore, io abbia dovuto attendere 15 giorni per avere i risultati. Mi ci sono anche volute 3 ore per portare i campioni da analizzare dal laboratorio del quarto piano a quelli del pian terreno senza fare nuovamente un tampone. E tutto questo perché continuavano a chiedermi il modello E111 quando questo è stato sostituito dal tesserino sanitario europeo -che loro, manco a dirlo, non riconoscono; colpa italica o naderlandese? Avrei potuto raccontarvi la stessa cosa con la solita ironia, ma è il disagio che sto cercando di trasmettervi, quello di sei mesi passati tra stranieri, in un paese che, soprattutto, sembra non sapere ridere di se stesso.
Se c'è una cosa che, più di ogni altra, mi ha colpito, è che qui in Olanda si prendono tutti molto sul serio. Ma solo se sono olandesi purosangue e ben stipendiati. Perché tutte le cassiere dei supermercati sono immigrate maghrebine di seconda o terza generazione (cioè olandesi che parlano olandese e inglese ma solo raramente la lingua d'origine), i pacchi pesanti vengono caricati e scaricati dall'enome uomo nero di turno, mentre un biondo imberbe vigila su tutto.
Quando continuano a fermare te per la strada la sera in bici perché la luce funziona male e non gli olandesi pallidi, capisci che il colore della pelle e i tratti somatici possono renderti la vita impossibile... poi ti manifesti straniero, un po' turista, un po' acquirente, e ti salvi. Sì, nel paese della tolleranza per eccellenza succede anche questo, spesso, almeno ad Amsterdam.
Poi potete, in ordine sparso, mangiare in uno degli innumerevoli ristoranti itailiani (tutti gestiti da turchi), farvi una canna in un coffee shop, comprando quel che vi serve dal menù per turisti (con prezzi doppi di quelli per indigeni), cercare un pacco di biscotti da 450gr al supermercato e non trovarlo (ma ci sono tutte le patatine e gli snack che volete), prendere in affitto una stanza (ai prezzi più alti d'Europa), trovare un lavoro fra i tanti che ci sono (con dei contratti ottimi), entrare in un locale gay e scegliere il tipo d'uomo e la pratica sessuale che più preferite (come se foste al supermercato), farvi fare i pompini migliori da Lisbona a Mosca (anche perché nessuno ha più le tonsille e praticamente il pompino nell'ambiente gay è secondo per frequenza solo alle strette di mano), convincervi di stare infinitamente bene (anche quando non lo siete affatto), vedere una bici con il navigatore satellitare (ma anche un tavolo da bar con botte di birra andare su ruote mosso dalle pedalate dei bevitori), perdervi inseguendo gli impossibili numeri civici locali (assegnati per appartamento e non per condominio), mescolare un numero improbabile di stili culinari (ovviamente per approssimazione), pagare le patate biologiche meno di quanto le pagate in Italia (ma sono tutte importate dall'Italia), contemplare per ore lo sprimentalismo architettonico (e domandarvi cos'ha di reale il Palazzo Reale), rimpinzare il vostro corpo di ogni sostanza, più o meno stupefacente, più o meno lecita, per poi scoprire che l'avete fatto non eprché lo volevate davvero, ma perché ci si aspettava che lo faceste etc... etc... etc...
Quello che non riuscirete a fare, se non dopo lunghi e laboriosi tentativi, è intessere rapporti sociali con un numero decoroso di olandesi veraci. Dopo 5 mesi Amsterdam è un posto in cui, molte grazie, non posso più stare. Forse l'essere campioni del mondo ha anche, stanotte, un significato simbolico.
Dopo 5 mesi, quindi, si chiude questo Erasmus e con esso questo blog, nato apposta, un po' per gioco e un po' sul serio. Ci rivedremo, forse, su altre sponde di questo mare elettronico, quando peregrinazioni e naufragi ci faranno incontrare ancora.
Ma non posso lasciarvi senza chiudere il contest.
Signori ma, soprattutto, signore, vince il Paradise Contest
la Repubblica Centrafricana - viaggio in compagnia del plasmodio falciparo e del potamochero dai ciuffetti, con 5 voti. 4 sono andati alla Felicità Interna Lorda del Bhutan, solo 1 alla fecola di maranta di Saint Vincet e Grenadines. A voi affezionate lettrici, il compito quindi di recarvi nel luogo, quando più vorrete, e consegnare il premio di persona. E vedete di non socializzare troppo con il plasmodio che lui è un tipo che s'attacca!
Cara nw, invece, presto in terra Toscana ti verrà consegnata la quintessenza del prodotto-olanda, ciò che non esiste, la chincaglieria massima, niente di truce o di kitsch o di sessualmente esplicito, no, nulla di tutto ciò, per carità: riceverai in regalo il condensato di un paese di plastica, l'oggetto che conserva la storia di quanto siano contenti di essere stati resi finti.
Avevo grandi aspettative. Torno senza nessun rimpianto. La mia paura del Capitale, frattanto, è cresciuta.

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giovedì, luglio 06, 2006

TPC - Premi #16&17

Bene. Siamo giunti infondo.
Mamma è arrivata, alterando questi lidi con la sua cocca presenza.
Presto questa esperienza semestrale avrà termine. Ma non è di questo che voglio parlare e, dopotutto, come negare il sollievo al pensiero che non mi alzerò più la mattina avendo l'impressione di essere ai margini della più grande discarica di Bombay?
Non aggiungo altro, perché poi queste potrebbero suonare come le ultime parole famose del commentatore tedesco prima dell'italica doppietta: "la nazionale può dirsi soddisfatta, comunque, di avere portato l'Italia ai rigori". Era il 118° minuto, sul calcio d'angolo che, poco dopo, genererà il gol di Grosso. Il manifesto titolerà un articolo: Colpo Grosso a Berlino, anche se la partita non era a Berlino, voglio che diano comunque un premio a chi fa 'sti titoli per Il manifesto.

Veniamo a noi. Oggi è il 6 luglio. Gli ultimi premi. La proclamazione del vincitore è fissata al 10, ma le votazioni si sono chiuse ieri. Alcuni voti sono pervenuti per posta elettronica o via msn e saranno conteggiati anch'essi.

Ma oggi...

16. Premio al motto nazionale più insensato.
Il premio viene consegnato da Roberto Calderoli al Belize.
(si nota che adoro proprio i caraibi io, vero?)

"sub umbra floreo"

Motivazione:
perché, francamente, non riusciamo proprio a capire chi prosperi sotto l'ombra della foresta pluviale dell'America Centrale... a parte il commercio internazionale di cocaina, che ci porta direttamente al...


17. Premio per essere primi nella classifica sbagliata

Il premio viene consegnato da Gianfranco Micciché agli Stati Uniti d'America. E, forse, non è un caso che sia il premio n° 17...
-principali consumatori al mondo di cocaina pro capite-
conquistare il mondo stanca

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martedì, luglio 04, 2006

C'ho le proveeeee!!!

No, magari poi dicono anche che è colpa mia che distraggo di dipendenti... ma al Ministero dei Beni culturali non hanno un cazzo da fareee!!!

TPC - Premio #15

Benissimo, benissimo!
Sono contento di avere coinvolto qualcun_ nei miei deliri geografici! Sto evangelizzando il mondo con il verbo di Eratostene di Cirene, faccio incredibilmente proseliti! Yuppieeee! :-)
Oppure c'è gente con tantissimo tempo libero...
Ok, basta così.

Sì, sono loro. L'arcipelago. Chiaramente l'autore ha delle perplessità: "a" o "e"? non sa, è incerto, forse mancano le fonti filologiche per scegliere. Ad ogni modo: come pronunciare quell'aggregato grafico? E ancora: una "o"? no, meglio una "e". Ma che ce ne facciamo di una "o" tagliata in mezzo ad una parola? Boh... ma trattasi chiaramente di un ripensamento ufficializzato. Per questo il premio non poteva che andare alle Isole Færøerne <- così secondo l'arte. Mentre oggi...

15. Premio per il partito politico più sensuale.
Chi alti se non Ilona Staller a consegnare questo premio?

Siamo ancora ai Caraibi. Ancora nei territori di Sua Maestà Elizabeth II, che continua a sorprenderci, stupirci e fornirci spunti paragonabili quasi a quelli che Silviodoro ci ha dato in anni e anni... siamo nell'isola che, tra le altre cose, esporta blocchi di cemento. Ma, soprattutto, l'isola prende il nome dal mare. La sua principale esportazione sono le aragoste. E infatti stiamo parlando dell'Isola di Anguilla.

C'è il Fronte Unito dell'Anguilla, c'è anche l'Alleanza Strategica dell'Anguilla (due nomi che paiono ispirati a mosse degne dei migliori epigoni locali dei Power Rangers) ma il partito che, senza dubbio, batte tutti gli altri, con un riferimento extratestuale a metà tra le polisemie del pesce e il Kobra di Rettore, è il

Movimento Unito dell'Anguilla

che, vi possiamo anticipare in esclusiva, sarà il titolo del prossimo ballo estivo delle Las Ketchup. Prova ne è il confronto tra la copertina del loro primo singolo e l'emblema di Anguilla.

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lunedì, luglio 03, 2006

TPC - Premi #13&14

Mi sono svegliato poche ore fa. Poi mi sono appisolato ancora, poi mi sono risvegliato. Possiamo dire che sono in largo anticipo su domattina? Ok, ok, ho fatto le 5 (forse, non so, ma era una bottiglia e qualcosa di vino dopo le quattro e mezza). La cena un gran successo. Il dessert molto apprezzato. La pasta anche. Dicono che farò contento chi mi sposerà (capito mostriciattolo? ti invidiano con anni di anticipo!). Ah, sì, avevo un casa un'orda di Dutch. And, for the record, anche qui il gossip sul dipartimento di filosofia non manca affatto!
Vabbe'. Due in uno, oggi, sennò mi salta la tabella di marcia. Entrambi sui nomi.

13. Premio per i nomi più pittoreschi.
Il Premio viene consegnato dalla signora Stella, moglie del sig. Fiore, da nubile Della Notte. Stella Della Notte in Fiore.

Sapete tutti dell'isola di Pasqua.
Mi sono sempre un po' indispettito per questa cosa che c'è un'isola per la Pasqua: mi sembrava poco corretto verso le altre festività. Per via di questa ripicca infantile, il premio va all'Isola di Natale. Ovviamente scoperta a Natale (25 dicembre 1643). Ed è fatta così:
Poi, voglio dire, ha anche la forma di un barboncino frisé che scodinzola. Potevo non darle almeno un premio?
In realtà c'è anche un altro motivo: il nome dell'unico insediamento, nonché capitale, dell'isola di Natale è L'Insediamento (con le maiuscole).
Ci abitano circa 1600 persone (di cui molti migranti che vengono allegramente cacciati dalla marina australiana alla larga dalle acque territoriali dello stato tra i più xenofobi nell'emisfero omonimo: quanti arrivano sull'isola di Natale non possono chiedere lo status di rifugiati che potrebbero chiedere arrivando in Australia) e 100.000.000 (cento milioni) circa di questi. Che secondo me sono troppo belli. Punto.

14. Premio per il nome più impronunciabile nonché l'ortografia più incerta.
Siccome questo premio è ovvio, avete 12 ore di tempo per scoprire a chi è stato assegnato. Il vincitore sarà reso noto domattina. Chi di voi indovina prima riceverà un premio ancora da stabilire che giungerà in terra cisalpina direttamente da qui. Solo per voi. In esclusiva.
Indizio 1: non è il Liechtenstein.
Indizio 2: gode di larga autonomia pur non essendo indipendente.
Indizio 3: non andate a cercare troppo lontano.
Indizio 4: tale nome non potrebbe stare in un Bartezzaghi.
Consegna il premio, per ragioni lampanti circa l'impronunciabilità e l'ortografia del nome, Dio in persona (ma anche un po' in spirito, perché di persona ha un profilo migliore, ma in spirito ha più presenza).

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sabato, luglio 01, 2006

TPC - Premio #12

Prendiamo atto del fatto che le votazioni in corso sono due. Da un lato abbiamo le votazioni del Paradise Contest per stabilire quale sia il migliore Paradiso Dimenticato (segnaliamo che è attualmente in testa il Plasmodio Falciparo, assieme al Potamochero dai Ciuffetti che sta letteralmente spopolando; sono seguiti dalla Felicità Interna Lorda, mentre chiude la classifica la Fecola di Maranta). Dall'altro abbiamo il quesito posto dalla nostra affezionatissima lettrice NW: pippe, pompini o spagnole? (potete votare cliccando qui; mentre per sapere di più su NW potete guardare questa immagine di repertorio, prima che comprasse l'apparecchietto per fare la ceretta a caldo a casa). Ma, intanto, il premio di oggi.

12. Premio per la storia più affascinante, oggi assolutamente irrilevante e commercializzata in modo fallimentare.

Il premio viene conferito da Fiorella Pierobon (se la troviamo... qualcuno sa che fine ha fatto?!?) alle Isole Pitcairn.

Site nell'oceano pacifico, "a metà strada tra la Nuova Zelanda e il Perù" (che se alla CIA le indicazioni le danno sempre così come minimo sono stati loro a fare schiantare l'aereo sulle Torri Gemelle sbagliando le coordinate...), queste quattro isolette sono quasi disabitate. Solo la Pitcairn, infatti, è popolata.
Ad esempio, a Pitcairn, 5 Kmq, c'è un solo ragazzo di 21 anni, ed è lui -anche un po' cesso, diciamocelo (in compenso nella home di quel sito c'è il counter del costo della guerra in Iraq per gli USA, aggiornato ogni 0,5 secondi).
Sì, perché a Pitcairn abitano ben 67 persone (circa), facendo di questo arcipelago il territorio autonomo meno popoloso al mondo -almeno tra quelli abitati stabilmente. Il posto abitiato più vicino sono le isole Tuamotu, della Polinesia Francese, a circa 500 Km di oceano NW da Adamstown, capitale delle Pitcairn.
Eh, già, perché in 67 (circa) non solo hanno la capitale, ma hanno pure un governo! Ah, quant'è difficile la democrazia diretta... In breve, siamo sempre nei territori di Elizabeth II, che è sempre capo di tutto. Poi c'è il governatore (che non risiede sull'isola) e il vice-governatore (che non risiede sull'isola). Il sindaco, 4 consiglieri, 1 presidende del consiglio tutti eletti. Poi questi 5 consiglieri ne cooptano un sesto, assumono due impiegati e un consigliere che fa la spola tra il consiglio e il governatore. Certo, ce ne vuole per fare tutto 'sto casino in 67 (circa)!

Che poi 67 (circa) è il numero di residenti, ma gli abitanti reali sono 45 (circa), visto che 22 (certi) se ne sono andati a lavorare in Nuova Zelanda. L'isola, inoltre, non ha un porto naturale, per cui ogni volta che passa una nave (delle tante che dalla Nuova Zelanda vanno in Perù, vero?) i 12 uomini adatti al lavoro (cioè tutti gli uomini dell'isola) salgono su una barchetta e vanno a caricare qualcosa. O meglio: andavano. Perché nel 2004 6 di loro, compreso il sindaco, sono stati arrestati per violenza sessuale e stupro e si è così celebrato un processo che li ha portati in gabbia (più o meno, salvo i soliti ricorsi e controricorsi e cavillicoli varii per non applicare la legge britannica etc...). Come annuncia con allarme il sito della CIA, tale processo ha dimezzato la forza-lavoro dell'isola... sto iniziando a ponderare seriamente l'ipotesi di un blog permanente per la parodizzazione sistematica della CIA.
Ad ogni modo, per essere 67 (circa), le loro vite sono molto incasinate. Sono così pochi che la lingua inglese non ha un aggettivo per chiamarli a parte Pitcairn Islanders -ma in compenso "Pitkern" è il nome della lingua parlata nell'isola.
Vi domanderete dov'è il fascino della storia irrilevante... l'arcipelago prende il nome dall'ufficiale John Pitcairn, che lo ri-scoprì nel 1775 dopo che i portoghesi l'avevano scoperto senza dirlo a nessuno perché non c'era un tubo. Così Pitcairn, con tipico protagonismo britannico, pensò di metterle sulla carta geografica a proprio nome. Ma sbagliò le coordinate (adesso i suoi discendenti lavorano per la CIA come cartografi).
Il 23 dicembre 1787 una nave salpò da un porto inglese per Tahiti, con lo scopo di prendere qualche pianta di albero del pane e portarla nelle Indie Occidentali, dove usarla per produrre cibo economico per gli schiavi (ovvero l'ottimizzazione agli albori del capitalismo). A comandare quella nave era William Bligh, che aveva già compiuto vari viaggi con James Cook e che alla fine di questa storia si fregerà del record per avere percorso senza strumenti 6.700 Km in 47 giorni a bordo di un'imbarcazione aperta. Si trattava di una lancia di 7x2 metri, con a bordo 18 persone, abbadonata in mezzo al nulla dagli ammutinati del Bounty, la nave che avrebbe dovuto portare l'arbero del pane da Tahiti alle Indie Occidentali.
Forse innamorati della focosità delle tahitiane biblicamente conosciute sotto le fronte dell'albero del pane (probabile, visto quello che combinano i discendenti), forse convinti dai compagni di vascello tahitiani, forse semplicemente stanchi, gli ammutinati si ribellano a Bligh e, capeggati da Adam Christian (da cui Adamstown) lo mollano in acqua e vagano un po', fino a riscoprire le nostre, care, Isole Pitcairn e a stabilirvisi con un po' di donne... da cui il "circa": fino almeno al 2004, nessuno era riuscito a contare quante donne vi fossero nell'isola. Penso che le abbiano fatte concare alla CIA. Solo la CIA può avere dei dubbi su quanta gente c'è in un posto. Come i 70.000 morti delle torri gemelle. [prima o poi mi oscureranno il blog, lo so...]
Adesso i discendenti degli ammutinati vendono al mondo intero francobolli da collezione e frodano i turisti con finti pezzetti del Bounty, cui gli ammutinati diedero fuoco per non farsi trovare e la cui carcassa sta sul fondale di Bounty Bay. Meta turistica internazionale? Manco per ul c***o: prendono oltre 3mln di dollari annui di aiuti dal governo Neozelandese per continuare ad esistere.
E questa è la storia dell'ammutinamento del Bounty 200 anni dopo. Certo, l'ormone maschile ha da esser potente se dopo 200 anni per causa sua fanno 4 film su questo maledetto ammutinamento che ha portato 45 persone (circa) a vivere su un'isola in cui in 6 riescono addirittura a stuprare della gente...

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venerdì, giugno 30, 2006

TPC - Premio #11

Buongiorno.
Oggi la consegna del premio sarà un vero e proprio sfoggio di cultura.
Annotiamo nel frattemo, con piacere, che continuano ad aumentare i voti per il Paradise Contest. Avete tempo fino al 5 lgulio, quindi affrettatevi!!!

11. Premio per la minoranza etnica più assurda
Il premio viene consegnato da Anne Treca (qui in una foto in cui sembra Fujiko invecchiata) al Kazakistan (che, insieme al Kirghizistan si candida per la bandiera più fashion, al punto da essere indossabile a mio avviso modestissimo), per la presenza quasi inspiegabile di 450.000 tedeschi compatti, luterani e germanofoni nonostante le molte generazioni passate sul suolo asiatico e i circa 5.000 Km che li separano da Berlino (per non dire del panslavismo, di 80 anni di URSS, della Cortina di Ferro etc...).

Nel 1762 Cateria II La Grande emette un proclama in cui dice, sostanzialmente, "Europei, venite e coltivate le fertili (sic!) terre di Russia". Leggi: qui di servi della gleba non ce n'è abbastanza e le anime morte non sono di grande aiuto nei campi.
Com'è come non è, milioni di tedeschi si mettono in marcia, fermandosi nel frattempo qui e lì lungo la via e costituendo minoranze etniche in giro per l'Europa orientale.
-foto di repertorio-

Ad un certo punto si stabilizzano nella valle del Volga, presso la città di Pokrovsk, 300 Km a Nord di Stalingrado. Nel 1924, finita la guerra civile russa, fondano la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma dei Tedeschi del Volga (probabilmente lo stato con il nome più lungo della storia). Circa 1.800.000 persone abitano questa repubblica. Un terzo di queste sono tedeschi 4/4 (per modo di dire, ovviamente, visto che circa il 25% di questi era a sua volta ebreo). Nel 1931 ribattezzano Pokrovsk in Engels.
Il 28 agosto 1941, due mesi dopo che Hitler ha annichilito l'aviazione sovietica parcheggiata in Ucraina, Stalin viene colto da cacazzo e decide molto umanamente di spostare tutti 'sti teutoni da un'altra parte, magari più distantino dalla linea di guerra. In 24 ore queste 600.000 persone sono delicatamente spostate di circa 3.000 Km, dalla Valle del Volga al confine sovietico con la Cina. Efficienza Sovietica! Neppure i tedeschi con zingari-ebrei-omosessuali-sociopatici etc... ci sono riusciti altrettanto bene e velocemente. Ah! Quando si dice la pulizia etnica...
Questo, più o meno, il resort della Siberia Meridionale, in piena steppa asiatica, in cui furono alloggiati.
Bucolico, vero? Sono i finocchi selvatici provati dal sole che aggiungono un certo non so che...

Poi, con la caduta del muro e la riunificazione della Germania, un po' di questi approfittano della legge tedesca. E loro restano, poveretti, in mezzo alla steppa, in 450.000. Circondati da un mondo che parla russo da una parte e cinese oltreconfine.
La domanda alla quale non sono riuscito a trovare risposta e che mi attanaglia è: secondo voi fanno la birra anche lì o si sono convertiti alla vodka? Comunque, complesstivamente, direi che tutta questa storia è attraente e improbabile... come lei.

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giovedì, giugno 29, 2006

Dal Diario di The Dutchess - Oggi Studio

Sto imparando a fare questo. Molto impegnativo... forse vi lascio senza post.

mercoledì, giugno 28, 2006

Dizionario regale

(Alessandro Robecchi per Il Manifesto del 25/06/2006)

Altro che banalità delmale! Qui siamo alla banalità del pene. E per le coordinate di oggi, per sapere esattamente dove siamo, a che punto del triste cammino, bastano i giornali dell'ultima settimana. Non c'è da far fatica, un piccolo taglia e incolla e il gioco è fatto, oplà, eccovi servito il punto sulla famosa liberazione della donna. Volete i pacs? Le quote rosa? Le pari opportunità o anche (come aperitivo) la pari dignità? Ho la sensazione che sia come scalare gli ottomila, ma partendo dal fondo del mare, però. Riassumiamo la situazione alla luce di alcune parole dette, scritte e stampate. «Donnine», e siamo in pieno800. «Squinzie» e «sgallettate», e siamo al contemporaneo con venature anni '80, all'incrocio tra i divani della Farnesina e Drive-in. «Puttane», «troie », un classico di tutti i tempi. «Zoccole» (più raro). Un plauso al re che si pregia di usare l'antico e dialettale «puchiacca» (trad: fica). Naturalmente ci sono poi attributi, giudizi e qualità. Una era «uno scorfano» (cfr. i verbali di sua maestà). Un'altra era brava in quanto «porcella» (cfr. i gentiluomini di An). Poi c'era quella piccolina, ma «compatta, come la Smart» (ibidem). Come funziona con le ragazze ce lo spiega ancora il re: «Si paga e chiuso. E' come andare al cinema». Ineccepibile. A volte però non si paga nemmeno, e su quelle che si lamentano di aver dato senza aver ricevuto si fa pesante sarcasmo: «Così imparano a far le attrici invece delle commesse». La finirei qui con il campionario (ma si potrebbe continuare per ore), mi pare che basti. Mi pare che per descrivere un certo machismo puttaniere del potere ce ne sia a sufficienza. Seguono appelli alla moralizzazione e gli immancabili «io l'avevo detto». Epotrebbe anche suonare rassicurante attribuire alla destra simili comportamenti, constatare che il dna è quello, e tanto basta. Oppure dire, come hanno fatto in molti, che con la barbarie delle intercettazioni «si rovinano le famiglie», mentre a zompare addosso alle ragazze, al massimo si rovina il divano. Pure rimane, al fondo, l'antica «questione femminile», dato che certi maschi attualmente ai domiciliari aspettano la liberazione, è bene ricordare che di altre liberazioni abbiamo bisogno. Quella della donna, per dirne una. Frase dal suono antico, d'accordo. Ma perché, la banalità del pene sarebbe moderna?

martedì, giugno 27, 2006

TPC - Premio #10

Mentre voi schiattate dal caldo nelle afose città dello stivale, io mi godo i 22°C della Venezia del Nord (si fa per dire). La mia attenzione verso il Belpaese è inevitabilmente attratta dai numerosi incendi che la devastano e pertanto, con una mutazione dell'ordine prestabilito, è venuto il tempo di consegnare il...

10. Premio per il più bel disastro naturale associato alla più opprimente tragedia umanitaria.
Consegna il premio, ovviamente, Elisabetta Gregoraci.


Si sarebbero potuti scegliere, appunto, degli incendi...
...ma poi sputano i pompieri, o piove, e si risolve tutto. I cicloni, a pensarci, male non sono...
...è che hanno sempre quell'occhio di tranquillità! Che dire degli tsunami, che hanno recentemente conquistato la ribalta?
Ma questo avrebbe portato ad insinuare che i terremoti sono da meno!
M anche qui crepi solo perché la casa ti crolla addosso spappolandoti. Siamo seri: quanti clochard sono morti di terremoto? Forse nessuno...
No, ci voleva qualcosa di meglio, ci voleva più angoscia, una cosa più eclatante, distruttiva, un po' apocalittica. Era necessario associare al disastro naturale la tragedia umana, ci voleva uno tsunami indonesiano con più sfigati morti, un terremoto pakistano inevitabile (no con le case di fango... che ti fa una casa di fango?)
Hiroshima e Nagasaki? Ci siamo quasi...
...mi serviva un effetto "ira divina" di grande impatto scenico...mi serviva qualcosa che avesse prodotto rovine simil epiche, ma un po' sifgatelle anche loro...
...mi veniva voglia di "valle della morte" o robe simili... sennò che tragedia umanitaria sarebbe stata?
sì sì sì... l'eruzione vulcanica con pioggia di cenere e lapilli che distrugge mezza isola e costringe i sopravvissuti al soffocamento e alla lava ad abbandonare la capitale che oggi è città fantasma e continua a fare morti da malattie polmonari a distanza di anni per non dire delle polveri che continuano a precipitare faceva al caso mio e meritava di essere premiata!
Signori ma, soprattutto, Signore!, ecco a voi Plymouth, capitale di Montserrat, prima dell'eruzione...

...dopo l'eruzione...

...oggi!non meritava almeno un premio? Certo, non il primo premio. Quello lo dovete decidere voi votando!
ahhh... a presto, e buon viaggio a Montserrat. Oh, è stagione di cicloni molto spesso, sta su una faglia tettonica, c'è un vulcano il cui cono copre mezza isola e si respira maluccio, ma a parte questo troverete tutti i sachetti di plastica che vi servono!
(ah, sì, quella specie di piramidi nella cenere sono solo i tetti delle case dopo l'eruzione, giusto per avere un'idea dei metri cubi di forfora vulcanica)

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lunedì, giugno 26, 2006

TPC - Premio #9

...a proposito di devolution. Il premio di oggi è magicamente in linea con il quesito referendario e ne scopriamo quindi la funzione terapeutica: c'è che sta peggio di noi.

9. Premio per la più assurda controversia politica
Consegna il premio Elisabetta Gardini.

Dolcetti al cocco

Ingredienti:
- 500 gr. di ricotta fresca
- 500 gr. di farina di cocco
- 100 gr. di zucchero
- cannella in polvere
- chiodi di garofano
- essenza di vaniglia

Preparazione:
In una terrina mettete la ricotta e aggiungete 400 g di farina di cocco, la cannella in polvere, poche gocce di essenza di vaniglia (circa 5) e lo zucchero e amalgamate il tutto in modo che il composto risulti omogeneo e consistente.
Cominciate, con l'impasto, a fare delle palline grandi più o meno come una noce che passerete nella farina di cocco che avrete precedentemente messo in un piatto. Inserite quindi in ogni pallina un chiodo di garofano.
Una volta completate mettete tutto in frigo per almeno tre ore e serviteli freddi, con i chiodi di garofano che sporgono un po' a mo' di picciolo.

Le Comore sono un arcipelago di 3 o 4 isole tra il Madagascar e l'Africa. Una di queste isole, Mayotte, è sotto l'amministrazione francese. Le altre tre isole dell'arcipelago, indipendenti, reclamano la quarta. E, contemporaneamente, sono scissioniste.
Ma è uno stato pacifico... tra il 1975 (anno dell'indipendenza) e il 1999 ci sono stati 19 colpi di stato -falliti o riusciti. Finché il presidente Azali non ha preso il potere manu militari. Poi, quando, con democratiche elezioni, è stato confermato con percentuali bulgare, due delle tre isole si sono proclamate indipendenti per protesta, e ciascuna si è messa a reclamare Mayotte... ora, parliamone: le isole esportano essenza di ylang-ylang (quanto so' chicche vesti comoresi!), vaniglia, farina di cocco e chiodi di garofano... ovviamente la principale esportazione di Mayotte è la cannella.

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sabato, giugno 24, 2006

TPC - Premio #8

Chiudiamo oggi la sfilata delle esportazioni con una vera chicca (checca?).
Da domani il nostro viaggio proseguirà con un tripudio di premi speciali conferiti ad hoc per le fiammeggianti insorgenze all'incrocio tra umana miseria e bizzarria della natura.
Il post, glielo devo, è dedicato a Normal WoMaD (che mi sembra, oggi, variante assai appropriata).

8. Premio per la bilancia commerciale più schizofrenica.
Consegna il premio Giovan Battista Cassano, direttore della Scuola di Specializzazione in psichiatria dell'Università di Pisa [nel tempo libero elettricista].
Principali Esportazioni: macchinari ed equipaggiamento industriale, plastica, utensili ottici e medici, ferro, acciaio.
Principali Importazioni: macchinari ed equipaggiamento industriale, plastica, utensili ottici e medici, ferro, acciaio, petrolio.
Ma com'è la faccenda? Gli arriva tutto assieme al petrolio e loro riesportano il resto? Soprattutto, a chi? Perché se la bilancia in sé già parlerebbe abbastanza chiaro, è il loro principale partner commerciale -gli USA, sia nell'import che nell'export- a dirla lunga, specie se il Paese in questione è...
...la Cina!

P.S.: mi sono gravemente ustionato due dita scolando l'acqua della pasta. Ci tenevo a rendervi partecipi di questa mia sofferenza lancinante, che lancina ulteriormente quando colpisco i tasti del PC...
...per consolarmi, potreste ricordarvi di votare, se non l'avet già fatto...

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venerdì, giugno 23, 2006

Cinismo Anarcoide Divertito

Vittorio Emanuele, arrestato, è adesso ai domiciliari.


Se li merita? Non so, ma è chiaro che siamo obbligat_ a tenerlo lì per ragioni procedurali. La regola, infatti, era abbastanza chiara: impiccare l'ultimo re con le budella dell'ultimo prete, non il contrario!
Ora si pone un dilemma: dobbiamo riesumare Giovanni Paolo II oppure aspettare che il Pastore Tedesco tiri le cuoia? A voi l'ardua sentenza!

TPC - Premio #7

Quello da assegnare oggi è un premio difficile.
La scelta della giuria è stata ardua, arrivando persino a proporre l'istituzione di un premio ad hoc per altri paradisi in lizza. Vista la natura particolare del premio, l'ex-aequo infatti non era una soluzione praticabile, giacché avrebbe sminuito il valore intrinseco della categoria individuata.

7. Premio per l'esportazione più bastarda
Il premio viene consegnato da Camillo Ruini a Bermuda.
Misteriosamente nota in Italia al plurale (mi vado a fare una vacanza alle Bermuda), l'isola atlantica ha una storia inestricabilmente legata ai naufragi, al punto che, in barba ad una minima profilassi scaramantica, lo stendardo delle locali forze armate è questo:

E già meriterebbe un premio a parte per lo stemma che osa di più! Ma andiamo avanti...
Bermuda, che ha dato i natali a Michael Douglas e annovera tra i suoi residenti Catherine Zeta-Jones (in quanto mogliore di Michael), si distingue per il più alto reddito pro capite al mondo: con 69,900 dollari annui, i bermudani staccano di quasi 15,000 dollari i lussemburghesi, secondi al mondo.
Da dove vengono tutti questi soldi?
1. Entrano, aumentano, escono.
Le compagnie assicurative di mezzo mondo fanno circolare a Bermuda un sacco di soldi, lo reinvestono, lo ri-assicurano (!), e forse lo riciclano anche. La prima cosa che Bermuda esporta sono tassi di crescita dei capitali, senza un solo cent di tasse da pagare.
2. Statunitensi all'arrembaggio.
Ma Bermuda, oltre ad essere il più paradisiaco dei paradisi fiscali, attrae un turismo fenomenale dagli stati uniti e le coste dell'isoletta sono assaltate da resort che sorgono su hotel che nascono su alberghi che divorano residence. Quindi Bermuda, come seconda cosa, esporta e vende agli USA la propria immagine (perché in un'isola grande 1/6 di Malta, cioè 53 Kmq, obiettivamente, non ci può essere un cazzo da vedere!).
3. Ma, fisicamente, cosa esporta?
Mutuando il sistema del rigiro di capitali, sfruttando il fatto che l'80% dei turisti sono statunitensi, Bermuda importa massicce quantità di pillole e le ri-esporta. Attenzione: Bermuda non produce farmaci [le sole industrie presenti sull'isola sono edili (costruire hotel etc...)]. Bermuda acquista farmaci e poi li rivende, su scala continentale.

La scena, ragionevolmente, è una masnada di operatori finanziari stesi a prendere il sole mentre sorseggiano cocktail in riva ad una piscina -nonostante ci sia l'oceano dietro l'angolo- con un cellulare in mano e una sfilza di pasticche policrome da intingere a piacimento nel mojito per guarire da una malattia più o meno inesistente e quindi farsi rimborsare ogni soldo così speso dalla compagnia assicurativa sanitaria USA che poi tanto reinveste i soldi in quegli stessi luoghi... quanto saranno bastardi?

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giovedì, giugno 22, 2006

TPC - Premio #6

Continuo a stancarvi, anche oggi, con l'ennesimo premio.
E noto, en passant, che ancora i voti sono scarsini... mah!
(oggi così, poco creativo e un po' stanco)

6. Premio per l'esportazione più fashion
Era il materiale preferito da molti re inglesi, ma la sua orgine è probabilmente scozzese. Tra i più pregiati c'è quello dell'Isola di Man, che condivide con la Sicilia la Trinacria nella bandiera.
Indovinate, quindi, chi può consegnare il premio per il tweed...
...se non il più modaiolo, quasi dandy, tra i volti noti della politica italiana...

...non lo riconoscete ancora?

Chiaramente lui, l'uomo della rivoluzione... estetica!
Ma comprerà quello artigianale dell'Isola di Man?
Fausto, vogliamo sapere chi è il tuo personal shopper!!!

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mercoledì, giugno 21, 2006

TPC - Premio #5

Che relazione c'è tra l'esportazione di sacchetti di plastica di Montserrat e il permio che daremo oggi? La giuria, nello stile cinico che la contraddistingue il Paradise Contest, ha deciso di conferire il...

5. Premio per l'esportazione più crudele
Consengnano il premio alle Isole Cayman Davide Mengacci e Mara Carfagna.
Quante volte avete sognato di trascorrere un'infanzia così?

Poi, invece, è con questi oggetti che avete adornato la vostra vita di consumatrici di moda.

E con queste zuppe vi siete rimpinzati (qui la ricetta)

Le Isole Cayman, noto paradiso fiscale, sono il principale esportatore al mondo di derivati di tartaruga.
Vi state ancora chiedendo che relazione c'è con Montserrat?
In effetti, potreste chiedervi che relazione c'è con voi stess_

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martedì, giugno 20, 2006

Extra

Stamattina poco prima delle 8 ho fatto un test.
Stavo leggendo il Corriere online e incappo in un serissimo test BBC per scoprire la propria identità sessuale. O meglio: l'identità sessuale del nostro cervello (avevano infatti scoperto che il nostro cervello può avere un'identità sessuale diversa dalla nostra, che non significa che se se uomo va tutt ok perché "cervello" è maschile e se sei donna è, ovviamente, diversa perché i generi non corrispondono. No, era un'altra cosa). Insomma, clicco qui e trovo il test.
Ovviamente lo faccio perché, visto che la repressione mi ha impedito di sfogarmi a 13 anni con i test di Cioé, mi devo rifare... o no?
Il mio cervello è maschile o femminile? Non ci voleva un test per scoprire che non è né l'uno né l'altro (ho fatto 0 tondo tondo), ma è stato molto bello sapere che faccio più punti delle donne dove le donne ne fanno normalmente più degli uomini e che ne faccio più degli uomini dove normalmente gli uomini ne fanno più delle donne.
Le persone intelligenti&creative hanno tutte i cervelli ermafroditi? Oppure questo test non ci piglia per nulla? (che poi secondo me è anche sessista... ditemi voi che ne pensate!)


P.S.: essendo ormai i Premi Minori quasi preformattati, oggi non ho avuto il tempo di incollare un importante link. Sarà il "principe" a consegnare i premi, vero, ma che ne dite di dare un'occhiata alla vita della moglie per sapere come ha regito alle recenti notizie? Qui scoprirete tutto!

TPC - Premio #4

Come promesso, eccoci al quarto appuntamento quotidiano del Paradise Contest - Premi Minori. Dalla categoria "bandiere" passiamo oggi a quella "esportazioni", che può vantare tanta creatività da parte dei paradisi produttori.

4. Premio per l'esportazione più sfigata

Nell'incapacità di scegliere, la giuria propone un'ex aequo, lasciando eventualmente a voi del pubblico il compito di sciogliere l'ambiguità.
A chi verrà consegnato il premio dal "Principe" Vittorio Emanuele?
VINCERA'
- Montserrat che, come anticipato, esporta sacchetti di plastica (meritevole di premio anche per altre, inelencabili ragioni).
OPPURE
- Anguilla che, inspiegabilmente, esporta blocchi di cemento (meritevole di premio al nome splendido e già in testa a testa per la bandiera).

Ecco le foto che illustrano il prodotto e il suo utilizzo :
esempio sacchetto di plastica...

...e suo uso in tempi recenti
(in accordo con le Isole Cayman, come avremo modo di approfondire domani)

esempio blocco di cemento...

...e suo uso da tempo immemore
(come documenta questa foto del Museo Sikano di Ragusa)

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lunedì, giugno 19, 2006

TPC - Premio #3

Oggi il terzo ed ultimo premio per le bandiere mentre una nuova categoria vi attende da domani.
Vi invitiamo, ancora una volta, a votare, votare, votare il vostro Paradiso Dimenticato preferito (#1 - #2 - #3)

3. Premio per la bandiera più brutta

Il premio viene consegnato da Rocco Buttiglione agli Stati Uniti d'America


Motivazione: come spiegare altrimenti il fatto che in tutto il mondo questa bandiera viene così di frequente pubblicamente bruciata? È brutta! ovvio, no? E dunque vox populi...

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domenica, giugno 18, 2006

TPC - Premio #2

Bene bene bene... mentre arrivano i primi, entusiasti voti per il contest, passiamo al secondo dei premi.

2. Premio per la bandiera più pop
Il premio viene consegnato da Gigi d'Alessio alle Isole Seychelles per questo piccolo capolavoro


Motivazione: perché la citazione delle bandiere di mezza Europa adottando un taglio da vecchia bandiera giapponese è il più grottesco tentativo di scopiazzare Andy Warhol senz'arte, parte né cognizione di causa.

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sabato, giugno 17, 2006

The Paradise Contest


La Fecola di Maranta, il Plasmodio Falciparo o la Felicità Interna Lorda?

Votate gente, votate! Ai vostri commenti, firmati e motivati, il compito arduo di scegliere il migliore -o peggiore?- di questi Paradisi Dimenticati. Il vincitore sarà proclamato in pompa magna il 10 luglio -accompagnato da una deliziosa sorpresa...

Bene, presentati i tre luoghi del globo terracqueo ufficialmente candidati al titolo di Paradiso Più Giustamente Dimenticato, passiamo all'assegnazione dei premi minori. In molti punti del pianeta infatti, l'insensatezza e la tragedia si mescolano all'umana passione per il fallimento, il grottesco e l'economia basata interamente su un singolo prodotto.

Il premio speciale della critica va pertanto alle numerose nazioni tropicali, in particolare caraibiche, che hanno basato esclusivamente la propria crescita economica sull'esportazione, alternativamente, di banane, caffé o canna da zucchero.
Motivazione: Se pensi di potere scambiare il caffé con tutto sei kretino.

Da oggi e per i prossimi 19 giorni -fino al 5 giugno- verranno quotidianamente assegnati tutti gli altri premi a quei paesi che, pur distinguendosi particolarmente in un campo, non sono riusciti a combinare delle pessime scelte economiche ad una legislazione assurda nonché ad una certa dose di sfiga contingente.

1. Premio per la bandiera più kitsch
Il premio viene consegnato dai Cugini di Campagna all'Isola di Guam (US) per il qui presente stendardo nazionale


Motivazione: per avere saputo (con)fondere un vessillo nazionale con l'insegna di un Club Méditerranée abusivo.

E mi raccomando gente: votate, votate, votate!

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lunedì, giugno 12, 2006

Paradisi Dimenticati #3

L'ultima volta che avete scelto di trascorrere le vostre vacanze in Svizzera lo avete fatto per la quiete delle sue valli, il basso costo dei carburanti, gli eccellenti servizi sanitari e i tramonti estivi sulle alpi, quando sui suggestivi versanti orientali la neve diventa rosa pesca e anche la slavina che vi stava uccidendo era capace di rapire i sensi.
Ma era tutto
così occidentale... racchette, occhialoni, seggiovie, istruttori di sci (fighi, per carità!, specie con l'abbronzatura da neve, ma trooooppo hollywoodiani!)... non sentite dentro di voi il bisogno di una pausa dai ritmi frenetici dell'occidente? dal consumo a tutti i costi? dai servizi aggiuntivi al turismo che spuntano come funghi a tutti gli angoli cercando di fare scatenare la consumista shop-dipendente che è in voi? Andremo pertanto nella Svizzera d'Asia, quel paese pacifico dove molti miei concittadini andrebbero credendo di poter fare turismo sessuale. Loro non saranno gli unici a vedere crollare le proprie certezze non appena messo piede in...

Bhutan
- viaggio alla ricerca della Felicità Interna Lorda-

prego di notare le palle tra gli artigli del drago
ma, soprattutto,
perché?

Ovviamente il Bhutan, come tutt_ sanno, sta da qualche parte sull'Himalaya, tra India e Cina, forse non lontano dal Nepal. E fin qui, tutto bene. Il Bhutan, per la precisione, sta qui

Altre informazioni che potreste approssimativamente detenere sono a) che il Bhutan è piccolissimo, b) che il Bhutan è montagnoso e c) che fa un freddo cane.
a) Ora, la superficie del paese è di circa 47.000 Kmq. Il doppio della Sardegna, poco più dell'Olanda, la metà del Portogallo. Eppure sui 3.010.000 pagine in italiano che trovate cercando "Bhutan" su google, poco più di 133.000 associano Bhutan a "minuscolo", "piccolo" o "piccolissimo". Insomma, questi sono visti un po' come degli sfigati: nessuno chiama "minuscola" l'Olanda.
b) Se è vero che il punto più alto è il Kula Kangri (7.550 metri), è pur vero che il punto più basso è a 92 metri sul livello del mare.
c) Il clima è, ovviamente, tropicale sotto i 2000 metri, temperato tra i 2000 e i 3500, alpino oltre i 3500. Quindi, potenzialmente, può fare un caldo boia.

Ma l'ignoranza su questo paese è grande. Ad esempio ci sono su internet 108.000.000 di pagine sul Bhutan, ma anche 1.280.000 pagine sul Buthan. (ok, rileggete daccapo. fate attenzione alla posizione della h... fatto? brave!). Qui l'incertezza sul nome è, apparentemente, all'1,2%, risibile... come se una volta su cento sbagliassero il vostro nome... sistematicamente.
Ma qui, evidentemente, l'ignoranza ci ha messo lo zampino alla grande. I bhutanesi, infatti, non sanno di abitare in Bhutan. Questo regno è l'unico posto al mondo il cui nome non solo non c'entra un cazzo con il nome che gli danno gli abitanti, ma per di più nessuno ha la minima idea della provenienza di "Bhutan".
Secondo la CIA, ad esempio, il termine si tradurrebbe "Terra del drago tonante". Credibile, viste le violente tempeste che si abbattono sull'Himalaya, peccato però che in lingua locale (dzongkha), "terra del drago del tuono" si dica "druk tsendhen". E infatti loro si chiamano Drukpa, non Bhutanesi. Per lo meno tra di loro. Eh sì, perché quando si tratta di compilare un documento ufficiale si chiamano Bhutanesi. La lingua ufficiale di questo posto che non sappiamo come chiamare, infatti, è l'inglese, mentre la lingua locale prevalente e lingua franca nazionale è lo dzongkha (si parlano anche il Nepali e alcuni dialetti tibetani, per un totale di 21 lingue... su 20 province).
Ora, se non avete ancora capito lo spirito di questi post sui Paradisi Dimenticati, state pensando che 'sti qui sono tutti bilingue. In questo caso vi prego di rileggere i post precedenti sul plasmodio falciparo e le racchette da tennis o di abbandonare il sito (per la vostra sanità mentale, anzi per la vostra sanità tout court). Se vi siete fatt_ un'idea, anche minima, sul nonsenso di queste logorree, potete immaginare rapidamente che, com'è ovvio, il tasso di alfabetizzazione del paese è del 54%. Quindi nessuno di loro è in realtà in grado di capire la lingua ufficiale del paese, ma, come vedremo, questo non è affatto un problema...
Il 54% di cosa?, chiederà a questo punto il fine lettore che è in voi [e quindi potrei anche non rispondere, giacché nessuno si è posto la domanda].
Ecco, se il tasso di grottescume fin qui raggiunto non vi bastasse, qui viene il bello. Alla domanda "quanti sono i bhutanesi?" ci sono due risposte.
Una è 672.425 (censimento indipendente del maggio 2005).
L'altra è 2.279.723 (proiezione a giugno 2006 della CIA, basata sull'ultimo censimento ufficiale).
Dunque, se fossero numeri approssimati potremmo anche fare una media, ma il punto è che qui sembrano essere tutti convintissimi delle loro cifre. Bisogna sciogliere questo nodo gordiano senza strozzarcisi.
Ora, visto che la CIA è una nota e stimata agenzia di intelligence che raccoglie incessantemente dati su tutto il mondo e li interpreta per fornire una strategia politica, economica e diplimatica agli USA, mi pare che i successi che questa agenzia ha conseguito negli anni e in particolare, dopo la democratizzazione degli stati balcanici seguita al bombardamento di Belgrado, la perfetta strategia distensiva in Medio Oriente culminata con il Concordato detto "dell'11 settembre", che ha poi portato all'estensione della democrazia in Afghanistan e Iraq nonché all'ammorbidimento del regime teocratico iraniano, ecco mi pare che tali successi provino che i bhutanesi sono, senza dubbio, 672.425.
In alternativa possiamo credere che in Bhutan tutti hanno degli ottimi motivi per manifestare, facendo cortei su cortei. E così ci sono discrepanze tra i dati della questura e le stime degli organizzatori (perché la questura riceve sempre dei dati da qualcuno, probabilmente una nota e stimata agenzia d'intelligence, mentre gli organizzatori, poveretti, stimano).
Vabbe', direte voi, che cacchio me ne frega a me? Io, dopotutto, ci devo andare in vacanza. Benissimo. Allo scopo è il caso di scoprire sin da subito alcun costumi locali.

[sport, economia, tradizioni, leggi]
L'albero nazionale è il cipresso. Praticamente il Bhutan è tipo il cimitero più grande del mondo e Carducci e Bolgheri gli fa una sega, va be'...
Lo sport nazionale qui è il tiro con l'arco ed è stata un'arciera bhutanese a fare da portabandiera nella cerimonia di aprtura del tiro con l'arco alle olimpiadi di Barcellona nel 1992 [e questa informazione vi farà vincere 1 milione di euro da Gerry Scotti]
Il Bhutan è al 20° posto nella classifica mondiale di tiro con l'arco a squadre femminile e al 25° posto nella classifica maschile. Rispettivamente su una classifica di 44 e 54 squadre. Ed è lo sport nazionale. Fra l'altro non esiste l'arco composito -cioè quello di cui, talvolta, ci fanno vedere le gare su rai3- ma solo l'arco lungo (quello degli arcieri inglesi di Edoardo I nella guerra dei 100 anni... vabbe', un paese attaccato alle tradizioni!).

Spontanea sorgeva dunque la domanda su come diavolo stanno messi 'sti qui con gli altri sport.
Dell'ONU fanno parte 184 Paesi. Il Bhutan è 190° nella classifica mondiale di calcio. Quindi la FIFA è più democratica dell'ONU. C'è pertanto da aspettarsi che Bush esporti la democrazia al Palazzo di Vetro.
Ma nel 2002 il Bhutan era penultimo nella classifica mondiale di calcio, per la precisione 202° (vi eravate illus_ che dopo 190 non ci potesse essere nulla, vero?). Lascio a voi scoprire chi fosse il 203° paese (per la cronaca: lo è ancora). In quell'anno, in occasione dei mondiali di Corea e Giappone, un regista girò un film/documentario intitolato "The Other Final", in cui il Bhutan e ques'altro stato -che, fra le altre cose, fa figurare i sacchetti di plastica tra le sue esportazioni principali- disputavano la partita per stabilire chi, davvero, fosse l'ultimo al mondo.
Riflessioni sul film: certa gente non ha veramente un cazzo da fare a giornate!
Parlando di esportazioni... cosa esporterà mai uno stato in cui il 90% della popolazione è impegnata nell'agricoltura di sussistenza?
Esporta cardamomo. Una pianta tropicale originaria dello Sri Lanka (circa 3.000 Km più a sud, come se la Polonia esportasse noci di cocco). La fascia di pianura a clima tropicale in tutto il Bhutan è larga circa 60-80 Km. E loro esportano cardamomo... cioè, voglio dire, perché non costruiscono qualche decina di villaggi valtour piuttosto?

Poi esportano gesso.
Per forza che solo il 54% della popolazione è alfabetizzato: esporti i gessetti, con che cazzo devono scrivere alla lavagna?
Direte voi: mah, magari i computer... e potreste -incredibile ma vero- avere ragione. Il Bhutan produce 1.882.000.000 di Kilowatt/h (l'Olanda produce circa 92.000.000 di Kw/h), tutta pulitissima energia idroelettrica... e ne esporta 1.520.000.000. All'India.
L'India gestisce la politica estera del Bhutan. L'India gestisce gli accordi commerciali del Bhutan. Il Bhutan è diventato indipendente dall'India nel 1947, anche se la monarchia nacque nel paese nel 1907 su pressione degli inglesi e il territorio è indpendente almeno dal XVII secolo. Evidentemente sentivano il bisogno di ribadire la loro indipendenza... sì, in effetti in questo stato oltre al vero nome e alla grafia del nome, per non dire del numero di abitanti e della lingua parlata, anche la giurisprudenza è un po' incerta. Si tratta dell'unica monarchia costituzionale con un parlamento in cui esiste una costituzione scritta dal 1997 ma non è mai stata approvata perché il re non ha mai indetto le elezioni per il parlamento. La costituzione, ovviamente, è scritta in inglese. La gente non parla inglese. La gente non può sapere com'è fatta la costituzione o approvarla, quindi il re non promulga la costituzione perché nessuno la capirebbe. Il discorso fila perfettamente, tutto resta uguale a se stesso, la gente usa ancora i costumi tradizionali, non hanno mai combattuto delle guerre (sono un popolo talmente pacifico che hanno dovuto costruire delle fortezze per difendersi dall'invasione dei tibetani... cioè, voglio dire, avete presente il pacifismo dei monaci tibetani?!), l'aria è pulita, il 72% del territorio è attualmente coperto da foreste, per legge almeno il 60% del territorio deve essere coperto da foreste, il 22% della nazione è un parco protetto, il Bhutan è una delle 10 aree al mondo considerate aventi una biodiversità globale (dalla lontra eurasiatica al rinoceronte indiano passando per il falco pellegrino e il mitico panda rosso), tutti sorridono tantissimo e il re ha deciso che l'indicatore di benessere non è il Prodotto Interno Lordo ma la Felicità Interna Lorda. Il re è un genio e ha praticamente inventato il paese migliore del mondo! Insomma, cosa vi trattiene dall'andare in Bhutan? Fra l'altro Timphu è l'unica città capitale al mondo a non avere i semafori!

Non siete ancora convinti? Bene, vi riporto il racconto di alcuni turisti
"Il Buthan, che avevo letto essere la Svizzera del continente Indiano, si è rivelato un paese bellissimo, splendido. Conserva intatte tutte le sue tradizioni. Nessuno è vestito all’occidentale, uomini, donne e bambini portano il costume tradizionale il gho per gli uomini il kira per le donne, ambedue fermati in vita dal Kera una cinta di seta multicolore, tessuta a mano. Bambini bellissimi, e sempre sorridenti, le loro espressioni di gioia nel ricevere i palloncini multicolori, portati dall’Italia, e che gonfiavo per loro, è qualcosa che rimane nel cuore."
(segue qui)
Che devo aggiungere? [a parte che la signora ha qualche difficoltà con la geografia dei continente indiano]
Proviamo a focalizzarci sulla Felicità Interna Lorda. Se dall'ortografia alla demografia tutto si presta alla doppia interpretazione, è questo concetto di lordura della Felicità Interna a meritare un'osservazione attenta.
Trovavo in effetti inquietante questa cosa che il paese "conserva intatte tutte le sue tradizioni. Nessuno è vestito all'occidentale". E in effetti uno dei parametri della FIL è proprio il mantenimento dei valori culturali, a fianco della conservazione dell'ambiente, dello sviluppo economico e sociale sostenibile e del buon governo.
Voglio dire: anche in Cina, dove è vietato praticamente tutto, la gente si veste ormai all'occidentale.
Così scopro che, alla faccia di quell'idiota della turista che vede tutto il mondo dietro ad un paio di occhiali rosa confetto, il costume tradizionale in Bhutan è obbligatorio. In questo il Paese è paragonabile solo a quelle discoteche gay dove, anche lì, il costume tradizionale è obbligatorio. E peralto il gho e gli abiti D&G sono brutti uguale. [nelle discoteche ghei può essere anche peggio: talvolta è obbligatoria l'acconciatura tradizionale, all'ultimo grido -l'ultimo grido della nonna prima che morisse di crepacuore dopo averti visto con in testa il Pirellone mentre viene abbattuto da una mucca gigante, la scena immortalata da una pasta gel fissante, consigliata da un tuo amico hair-stylist sperimentale, che è trasparente-riflettente-glitterata, emana feromoni, è dura come il calcetruzzo e leggera come Platinette dopo pranzo. Quella volta le dicesti: "Grande Nonna, questo grido m'insegni a farlo che faccio la scena al concerto di Madonna e mi faccio portare via a braccio da una maschiona della security" e lei, che aveva lottato per riuscire a frequentare la terza elementare, sussultò quando ripetesti per la terza volta il verbo "fare" nella stessa frase, quindi stramazzò, ma tu eri già in coda all'ingresso della disco...]
Vabbe', mi dico, è sempre una specie di paradiso. Dopotutto meglio il gho mentre sgranocchio cardamomo che i jeans a stringere sulle caviglie odorosi di McDonald's.
Ma, a questo punto, era scattato una specie di sospetto-Truman Show: milioni di cipressi... i panda rossi... i bambini sorridenti... niente turismo di massa! Compa', non può essere.
Così, mentre sfoglio il Corsera del 17 dicembre 2004, scopro che non solo il costume tradizionale è obbligatorio ma che, sempre per questa storia del mantenimento delle tradizioni, i cellulari sono entrati nel paese solo nel 2003 mentre la televisione trasmette, nell'unico canale esistente, dal 1999, facendo del Bhutan l'ultimo paese al mondo ad introdurre la televisione. [Però, che culo, possono ancora vedere Nicoletta Orsomando!]
A fare parte del programma di modernizzazione del paese c'è anche l'introduzione della TV via cavo, nel 2000. Manco a dirlo quest'ultima è salita al banco degli imputati quando si è riscontrato un aumento della criminalità a Timphu. [scusate, in questo momento sto immaginando il Grande Fratello bhutanese, e vi invito a fare lo stesso].
Ma perché mai il Bhutan sarebbe dovuto finire nel Corsera del 17 dicembre 2004?
Adesso calmatevi, fate un respiro, sedetevi.
Già che ci sei, mentre pianifichi il viaggio e prima di prenotare il volo, accenditi una sigaretta. Perché sarà la tua ultima sigaretta.
Il Bhutan è il primo stato al mondo dove il tabacco è completamente illegale.
La multa è di 250 euro se ti beccano in pubblico, e ti espellono se ti trovano a vendere tabacco agli autoctoni. Il tabacco è equiparato agli altri stupefacenti.
So che, ancora, qualcun_ tra voi, che odia profondamente e intimamente il fumo di sigaretta, può acora pensare di andare, credere di avere trovato il Paradiso in terra. Ma lo spasmo creativo del re non è tanto la legge, e non sarà essa a tenervi inchiodati a casa vostra. Il picco di follia è stato raggiunto nella motivazione ufficiale contro il fumo. Qualcun_ sta pensando: diminuirà la Felicità Interna Lorda, no? No, quello non l'ha fatto neppure l'espulsione di 100,000 rifugiati nepalesi. Anzi, l'espulsione di 100,000 rifugiati nepalesi ha, a dire del re, aumentato la FIL - e già questo dovrebbe darvi alcuni indizi sul livello di follia che si è raggiunto.
La motivazione ufficiale, e vi prego di stare attenti a quanto è sottile la cosa, in un paese coperto da foreste per il 72%, con così poche macchine da non necessitare di semafori, senza porti, i cui fiumi non sono navigabili e con un solo aeroporto, dove si pratica l'agricoltura di sussistenza senza pesticidi e dove non esistono industrie, è che il fumo di sigaretta
...inquina...

Visitare certi paesi può comportare un rischio per il vostro benessere fisico.
Visitare il Bhutan causa al vostro cervello gli stessi danni che può produrre la visione seriale di Porta a Porta in una puntata inedita in cui Vespa intervista molte copie di se stesso.


[conclusioni sulla stupidità umana]
Il Bhutan è chiaramente un posto fintissimo, fatto per attrarre turisti assetati d'avventure genuine come i biscotti del Mulino Bianco. Il re, proprio per questo, è un genio. L'aspetto peggiore del suo essere, in realtà, un pazzo criminale mitomane, è che, anche una volta che i meccanismi di plastificazione del Bhutan sono stati svelati, questa cosa appare ancora intelligente, perfida ma intelligente.
Mentre invece è un'astrominchiata, perché un giorno un ricco petroliere saudita vorrà investire i propri soldi replicando il Bhutan tale e quale sulle Montagne Rocciose. Statunitensi e Giapponesi possono copiare tutto. Anche il Bhutan. Solo che la via d'accesso al Paradiso Terrestre sarà lastricata di scontrini, e fiancheggiata di boutiques di lusso. E l'aeroporto internazionale più vicino sarà a 25 dollari di taxi, non in un altro Stato.
Ma non è colpa del re, poverino. È colpa di chi l'ha convinto che la felicità dei suoi sudditi passi per la conservazione delle tradizioni, ovvero la felicità delle casse dello stato passi per le tasche dei turisti occidentali. Volete fare le rivoluzionarie anticapitaliste? Non andate in Bhutan.
Ah, dimenticavo: il tifo lì è di casa e il confine con la Cina dà sulla regione di provenienza delle varie SARS e H5N1...

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